Notiziario CDP 249

Marzo-Aprile 2016

Non sono modifiche, è un’altra Costituzione 

La legge di revisione costituzionale Renzi-Boschi investe l’intera seconda parte della Costituzione: ben 47 articoli su un totale di 139. Non è quindi, propriamente, una “revisione”, ma un’altra Costituzione, diversa da quella del 1948. Di qui il suo primo, radicale aspetto di illegittimità: l’indebita trasformazione del potere di revisione costituzionale previsto dall’articolo 138, che è un potere costituito, in un potere costituente non previsto dalla nostra Costituzione e perciò anticostituzionale ed eversivo.

La differenza tra i due tipi di potere è radicale: il potere costituente è un potere sovrano, che l’articolo 1 attribuisce al “popolo” e solo al popolo, sicché nessun potere costituito può appropriarsene; il potere di revisione è invece un potere costituito, il cui esercizio può consistere soltanto in singoli e specifici emendamenti onde sia consentito ai cittadini, come ha più volte stabilito la Corte Costituzionale, di esprimere consenso o dissenso nel referendum confermativo alle singole revisioni. È una questione elementare di grammatica giuridica: l’esercizio di un potere costituito non può trasformare lo stesso potere del quale è esercizio in un potere costituente senza degradare ad eccesso o peggio ad abuso di potere.

Ma ancor più gravi sono la forma e la sostanza della nuova costituzione. Per il metodo con cui è stata approvata e per i suoi contenuti, questa legge di revisione è un oltraggio non tanto e non solo alla Costituzione del 1948, ma al costituzionalismo in quanto tale, cioè all’idea stessa di costituzione.
Innanzitutto per il metodo. Non è con i modi adottati dal governo Renzi che si trattano le costituzioni. Le costituzioni sono patti di convivenza. Stabiliscono le pre-condizioni del vivere civile, idonee a garantire tutti, maggioranze e minoranze, e perciò tendenzialmente sorrette da un consenso generale. Servono a unire, e non a dividere, dato che equivalgono a sistemi di limiti e vincoli imposti a qualunque maggioranza, di destra o di sinistra o di centro, a garanzia di tutti. Così è stato per la Costituzione italiana del 1948, approvata dalla grandissima maggioranza dei costituenti – 453 voti a favore e 62 contrari – pur divisi dalle contrapposizioni ideologiche dell’epoca. Così è sempre stato per qualunque costituzione degna di questo nome.

La costituzione di Renzi è invece una costituzione che divide: una costituzione neppure di maggioranza, ma di minoranza, approvata ed imposta, però, con lo spirito arrogante e intollerante delle maggioranze. È in primo luogo una costituzione approvata da una piccola minoranza: dal partito di maggioranza relativa, che alle ultime elezioni prese il 25% dei voti, corrispondenti a poco più del 15% degli elettori, trasformati però, dalla legge elettorale Porcellum dichiarata incostituzionale, in una fittizia maggioranza assoluta, per di più compattata dalla disciplina di partito e dal trasformismo governativo di gran parte dei suoi esponenti, pur apertamente contrari. Insomma, una pura operazione di palazzo. E tuttavia questa minoranza ha imposto la sua costituzione con l’arroganza di chi crede nell’onnipotenza della maggioranza: rifiutando il confronto con le opposizioni e perfino con il dissenso interno alla cosiddetta maggioranza (“abbiamo i numeri!”), rimuovendo e sostituendo i dissenzienti in violazione dell’articolo 67 della Costituzione, minacciando lo scioglimento delle Camere, strozzando il dibattito parlamentare con “canguri” e tempi di discussione ridotti in sedute-fiume e notturne, ponendo più volte la fiducia come se si trattasse di una legge di indirizzo politico, ottenendo l’approvazione in un clima di scontro giunto a forme di protesta di tipo aventiniano, fino all’ultima, gravissima deformazione del processo di revisione: il carattere plebiscitario impresso al referendum costituzionale dal presidente del Consiglio che lo ha trasformato in un voto su se stesso. Non si potrebbe immaginare un’anticipazione più illuminante di quelli che saranno i rapporti tra governo e parlamento se questa riforma andasse in porto: un parlamento ancor più umiliato, espropriato delle sue classiche funzioni, ridotto a organo di ratifica delle decisioni governative. Del resto, sia l’iniziativa che l’intera gestione del procedimento di revisione sono state, dall’inizio alla fine, nelle mani del governo; laddove, se c’è una questione di competenza esclusiva del Parlamento e che nulla ha a che fare con le funzioni di governo, questa è precisamente la modifica della Costituzione. L’illegittima mutazione del referendum costituzionale in un plebiscito era perciò implicita fin dall’origine del processo di revisione e strettamente connesso a un altro suo profilo di illegittimità: al fatto che il potere di revisione costituzionale, proprio perché è un potere costituito, ammette solo emendamenti singolari e univoci, i quali soltanto consentono che il successivo referendum previsto dall’articolo 138 avvenga, come ha più volte richiesto la Corte costituzionale, su singole e determinate questioni, e non si tramuti, appunto, in un plebiscito.

Si capisce come una simile revisione – quali che fossero i suoi contenuti, anche i più condivisi e condivisibili – meriti comunque di essere respinta, soltanto per il modo con cui è stata approvata. Giacché essa è uno sfregio alla Costituzione repubblicana, dopo il quale la nostra Costituzione non sarà più la stessa perché non avrà più lo stesso prestigio. Le costituzioni, infatti, valgono anche per il carattere evocativo e simbolico del loro momento costituente quale patto sociale di convivenza. Questa nuova costituzione sarà percepita come il frutto di un colpo di mano, di un atto di prepotenza e prevaricazione sul Parlamento e sulla società italiana. Sarà la costituzione non della concordia ma della discordia; non del patto pre-politico, ma della rottura del patto implicito in ogni momento costituente: indipendentemente dai contenuti.

Ma sono precisamente i contenuti l’aspetto più allarmante della nuova costituzione. Si dice che con essa viene superato il bicameralismo perfettamente paritario. È vero. Ma il superamento del bicameralismo perfetto avviene con la sua sostituzione con un monocameralismo sommamente imperfetto. Imperfetto per due ragioni.

In primo luogo perché la seconda Camera non è affatto abolita, ma sostituita da un Senato eletto non dai cittadini, come vorrebbe il principio della sovranità popolare, ma dai Consigli regionali “in conformità” – non è chiaro in quali forme e grado – “alle scelte espresse dagli elettori”, e tuttavia dotato di molteplici competenze legislative. Contrariamente alla semplificazione vantata dalla propaganda governativa, ne seguirà un’enorme complicazione del procedimento di approvazione delle leggi. Basti confrontare l’attuale articolo 70 della Costituzione composto da una riga – “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere” – con il suo nuovo testo, articolato in sette commi lunghi e tortuosi che prevedono ben quattro tipi di leggi e di procedure: a) le leggi di competenza bicamerale, come le leggi costituzionali, le leggi di revisione costituzionale, le leggi elettorali e altre importanti e numerose leggi sull’ordinamento della Repubblica; b) tutte le altre leggi, di competenza della Camera ma a loro volta differenziate, a seconda del grado di coinvolgimento del Senato nella loro approvazione, in tre tipi di leggi: b1) le leggi il cui esame da parte del Senato può essere richiesto da un terzo dei suoi componenti e sulle cui modificazioni la Camera si pronuncia a maggioranza semplice in via definitiva; b2) le leggi di cui all’articolo 81, 4° comma, le quali vanno sempre sottoposte all’esame del Senato, che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data di trasmissione; b3) le leggi di attuazione dell’articolo 117, 4° comma della Costituzione, che richiedono sempre l’esame del Senato e le cui modificazioni a maggioranza assoluta dei suoi componenti sono derogabili solo dalla maggioranza assoluta dei componenti della Camera.

All’unico procedimento bicamerale attuale vengono dunque sostituiti quattro tipi di procedure, differenziati sulla base delle diverse materie ad esse attribuite. È chiaro che questo pasticcio si risolve in un’inevitabile incertezza sui diversi tipi di fonti e procedimenti, ancorati alle diverse ma non sempre precise e perciò controvertibili competenze per materia. Il comma 6° del nuovo articolo 70 stabilisce che «i Presidenti delle Camere decidono, d’intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza». Ma come si risolverà la questione se i due presidenti non raggiungeranno un accordo? E comunque l’incertezza e l’opinabilità delle soluzioni adottate rimangono, e rischiano di dar vita a un contenzioso incontrollabile su questioni di forma che finirà per allungare i tempi dei procedimenti e per investire la Corte Costituzionale di una quantità imprevedibile di ricorsi di incostituzionalità per difetti di competenza.

Ma c’è soprattutto una seconda ragione, ben più grave e di fondo, che rende inaccettabile il monocameralismo imperfetto introdotto da questa revisione: la trasformazione della nostra democrazia parlamentare, provocata dalla legge elettorale maggioritaria n. 52 del 6 maggio 2015, in un sistema autocratico nel quale i poteri politici saranno interamente concentrati nell’esecutivo, e di fatto nel suo capo, ben più di quanto accada in qualunque sistema presidenziale, per esempio negli Stati Uniti, dove è comunque garantita la netta separazione e indipendenza del Congresso, titolare del potere legislativo, dal Presidente. Il sistema monocamerale infatti, in una democrazia parlamentare, implica un sistema elettorale puramente proporzionale, in forza del quale i governi e le loro maggioranze si formano in maniera trasparente in Parlamento, quali frutti del dibattito e del compromesso parlamentare, e restano costantemente subordinati alla volontà della Camera della quale il governo è espressione. Solo così il monocameralismo è un fattore di raffor­zamento, anziché di emarginazione del Parlamento: solo se l’unica Camera – la Camera dei deputati – viene eletta con un sistema elettorale perfettamente proporzionale, in grado di rappresentare l’intero arco delle posizioni politiche, di garantire perfettamente l’uguaglianza del voto, di riflettere pienamente il pluralismo politico e, soprattutto, di assicurare costantemente la presenza e il ruolo di controllo delle forze di minoranza e di opposizione. È stato solo questo il monocameralismo proposto in passato dalla sinistra: quello che, grazie alla massima rappresentatività ed efficienza decisionale dell’unica Camera, alla sua composizione pluralista e alla forza delle opposizioni, assicura quella che chiamavamo la “centralità del Parlamento”, cioè il suo ruolo di indirizzo politico e di controllo sull’attività del governo quale si conviene a una democrazia parlamentare.  Luigi Ferrajoli  (da «Left» 24 giugno 2016)

Segnalazioni

Antimoderati

Dalla parte del torto, n. 72-primavera 2016 €       5,00
In ricordo di Luciano Della Mea la rivista riporta una intervista a Marco Cini a cura di Fabrizio Leccabue; un articolo di Massimo Michelucci: Guerra e morte, e il “mondo senza senso” di Luciano Della Mea e un altro articolo di Alfonso M. Iacono: Luciano Della Mea, un intellettuale dalla parte dei senzastoria.

L. Della Mea, Alla ricerca del socialismo libertario, Scritti scelti 1962-2003, Pisa University press 2015, pp. 240 €     15,00
Luciano Della Mea (1924-2003) è stato, in primo luogo, un intellettuale atipico, uno scrittore e un pensatore “irregolare”. Formatosi politicamente all’interno di un’area specifica del Psi milanese – quella che ebbe fra i suoi esponenti più significativi intellettuali come Raniero Panzieri, Gianni Bosio, Giovanni Pirelli − della Mea è stato un interprete originale del marxismo critico e un protagonista della vita culturale e politica della sinistra italiana del secondo dopoguerra. Redattore dell’«Avanti!», dei «Quaderni rossi», di «Nuovo Impegno» e di numerose riviste di base, ha preso parte all’intensa stagione dei movimenti che hanno contrassegnato la scena politica e sociale italiana negli anni Sessanta e Settanta, ponendosi come trait-d’union fra l’originale elaborazione teorico-politica del “socialismo di sinistra” e le pratiche politiche e sociali dei movimenti della Nuova Sinistra. La cifra dell’apporto dato da Della Mea alla cultura della sinistra italiana può essere sintetizzata nella costante tensione che ha contraddistinto il suo impegno politico nel superare la separazione esistente fra pratica e teoria operando all’interno del conflitto sociale: come osservatore partecipante, rifiutando quindi il ruolo di intellettuale esterno. Il volume raccoglie una silloge di scritti pubblicati da Della Mea fra il 1962 ed il 2003 relativi a una pluralità di tematiche: l’operaismo, l’imperialismo, la struttura del capitale, il disagio psichiatrico… (dalla quarta di copertina)

Bioetica

Una città, n. 227-dicembre 2015 €       8,00
Sulla questione di inizio e fine vita intervista a Stefano Canestrari professore ordinario di Diritto penale nell’Università di Bologna che affronta queste tematiche con l’adozione di un rigoroso principio di laicità proprio come metodo; i temi affrontati sono il principio della liceità del suicidio, che non ne fa però un diritto, il pieno diritto invece al rifiuto di un trattamento sanitario anche life-saving; il professore fa presente anche le preoccupazioni per le conseguenze che potrebbe avere un’eventuale legalizzazione di eutanasia e suicidio assistito sui soggetti più vulnerabili.

F. Turoldo, Breve storia della bioetica, Lindau 2014, pp. 252 €     22,00 
I drammi che hanno funestato la seconda metà del Novecento dal processo di Norimberga all’affermazione di nuovi valori etici hanno generato una nuova sensibilità intorno al tema della vita e del suo rapporto con la scienza, la tecnica e l’economia. 

Il libro di Fabrizio Turoldo muove proprio da questi problemi etici prendendo in esame alcuni dei casi più eclatanti e noti (Welby, Englaro, Schiavo, fino alla vicenda Stamina) affronta le tante questioni – l̓etica clinica, la sospensione dei trattamenti di sostegno vitale, il corretto uso dei farmaci, la definizione di morte. 

Il volume affronta anche questioni più generali quali la natura dell̓embrione, la ricerca sulle cellule staminali, l̓allocazione delle risorse in medicina, la globalizzazione della bioetica e la situazione nei Paesi in via di sviluppo. 

X. Thévenot, Breve introduzione alla bioetica, Quando la vita comincia e quando finisce, Queriniana 2016, pp. 227 €     18,00

Thévenot affronta i due grandi temi: l’inizio della vita, con riferimento specifico alle diverse tecniche di procreazione assistita, e l’area di fine vita, con attenzione agli interventi medici e alla questione dell’eutanasia. 

Il volume costituisce una vera  e propria introduzione allo studio di una disciplina che presenta aspetti sempre più complessi e delicati. 

Tutto visto da un punto di vista filosofico, teo-logico e antropologico e poco laico e scientifico.

A cura di G. Baldini Persona e famiglia nell’era del biodiritto, Verso un diritto comune europeo per la bioetica, Firenze university press 2016, pp. 261 €     22,00 Il mutamento incessante che la scienza e la tecnologia hanno imposto alla società civile mette in discussione temi fondamentali come nascita, salute, morte, e con essi gli strumenti giuridici pensati per autodeterminarsi. Non solo l’individuo è investito da questo tumultuoso processo ma anche la famiglia ne risente gli effetti. In questo volume vengono riportati i contributi di vari autori (giuristi, medici, bioeticisti) ed è centrato su temi quali: genitorialità consapevole e procreazione assistita, profili anticipatori assunti dalla salute e connesse esigenze di tutela, articolazione dei modelli familiari e ridefinizione del progetto genitoriale. Il tutto declinato nella logica del Biodiritto, disciplina autonoma ma anche metodo di indagine e di lavoro per coloro che intendano approcciarsi alle cosiddette fattispecie biotecnologiche.

 Carcere

S. Ricciardi, Che cos’è il carcere, Vademecum di resistenza, Derive approdi 2015, pp. 125 €      12,00 

Questo libro nasce per provare a spiegare alla stragrande maggioranza delle persone “cos’è il carcere” e per discutere di un’utopica abolizione di questo. 

L’autore riesce a svolgere al meglio il suo intento, poiché lui ha trascorso in quel luogo gran parte della sua esistenza. Grazie ad una narrazione essenziale, Ricciardi riesce a raccontare in che cosa consiste il carcere e come viene condotta la vita lì. 

A cura di M.R. Tabellini, A volte mi ritrovo sopra un colle, Racconti da un carcere, Marcianum press 2015, pp. 221 €      16,00

Tra ricordi, fantasie e nostalgie nascono questi racconti nati da una esperienza di un laboratorio di scrittura condotto nel carcere di massima sicurezza di San Gimignano. 

Leggendo questi racconti ci si rende conto della assurdità della necessità del carcere e in modo particolare come vi si ricorra oggi in modo disumanizzante con una intenzione quasi persecutoria e con l’intenzione, anche inconsapevole, di fiaccare e demolire l’identità dei detenuti.

M. Lomunno, Il cortile dietro le sbarre: il mio oratorio al Ferrante Aporti, In dialogo con don Domenico Ricca, salesiano, da 35 anni cappellano al carcere minorile di Torino, Edc 2015, pp. 333 €     14,90

È un libro che racconta storie di ragazzi e adolescenti che necessitano di continuare la propria formazione e crescita spogliandosi dello stereotipo che i mass media hanno costruito su di loro. L’autore vorrebbe considerare il carcere minorile non come un mondo a parte bensì come una scuola o una famiglia. 

L. Manconi, Abolire il carcere, Chiarelettere 2015, pp. 122 €     12,00

Da anni i diritti fondamentali dei carcerati sono calpestati. Ma la prigione non è sempre esistita e non è detto che debba esistere per sempre. 

Un’importante ricerca fatta in Italia conferma che gran parte degli ex detenuti sono destinati a ritornare dietro le sbarre. 

Le recenti condanne della Corte europea dei diritti umani hanno messo in luce le pessime condizioni delle carceri italiane. Il  carcere è incapace di “tendere alla rieducazione” dei condannati e di evitare “trattamenti contrari al senso di umanità”, come invece richiede la nostra Costituzione. 

Il libro, confrontando le esperienze italiane e straniere, ci dice che è possibile un mondo senza galere e propone soluzioni e modelli alternativi possibili che funzionano anche grazie  all’impegno di associazioni e volontari che credono in una pena detentiva più umana e educativa. 

A cura di Associazione Antigone, Galere d’Italia, Dodicesimo rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione, Infinito 2016, pp. 160 €     14,50

Più di cinquanta osservatori sul campo, oltre 150 istituti di pena visitati: sono alcuni dei numeri di questo rapporto sulle condizioni detentive in Italia a cui si aggiungono storie, vicende, dati e immagini di una realtà penitenziaria che, nonostante i proclami e i progetti di riforma, resta impenetrabile e complessa e ci si chiede se si potrà uscire dal sovraffollamento delle carceri.
Democrazia e diritti umani

Il tetto, n. 310-novembre/dicembre 2015 €      15,00

Dossier costituzione

La rivista ha aderito alla campagna referendaria per il NO e riporta vari interventi perché risultino chiari ai lettori i termini della battaglia: l’eliminazione di un diritto democratico a fronte della informazione dei media carente e spesso faziosa. Gli interventi dopo l’introduzione di U.M. Olivieri sono di: L. Castellina:  La lunga erosione della democrazia; di A. Pace: Le ragioni del no, in una lettera inviata ai Deputati, le ragioni di fondo della opposizione alla controriforma Renzi-Boschi; D. Gallo: La profezia nera di Cossiga; Il documento del Coordinamento per la democrazia costituzionale e la costituzione di Un’associazione per il NO. 

Il tetto, n. 312/313-marzo/giugno 2016 €      15,00

Dopo la prefazione di Pasquale Colella  che ribadisce la posizione della rivista sul referendum costituzionale: «La nostra Rivista, ed ovviamente tutti i suoi redattori, ha sottoscritto i documenti redatti da laici e credenti e da giuristi (in prevalenza costi-tuzionalisti) e da gruppi sociali e si impegna in questi mesi a lavorare per i referendum costi-tuzionali e per la «bocciatura» dell’Italicum; riteniamo infatti che le proposte e le norme approvate dal Parlamento siano discutibili, confuse ed in alcuni casi addirittura errate, fatto ancora più grave essendo convinti che il testo costituzionale originario è tuttora un documento fondamentale ed ammirato anche fuori d’Italia, il che ci fa dire che se riforme devono essere introdotte ciò si può compiere solo migliorando ed integrando l’esistente».

Gli articoli sono di: M. Villone, L. Ferrajoli, F. Diozzi e il documento Cinque critiche alla nuova Costituzione governativa con le firme di cinquantasei costituzionalisti.

M. Travaglio e S. Truzzi, Perché no, Paperfirst 2016, pp. 204 €      12,00

Marco Travaglio e Silvia Truzzi smontano una a una le innumerevoli bugie che i riformatori spacciano da mesi a reti unificate e spiegano le ragioni del No in questo libro di pronto intervento.

A. Algostino, L. Ciotti, T. Montanari, L. Pepino,
 Io dico no, Modifiche costituzionali e Italicum, Ega 2016, pp. 80 €        5,00 I quattro autori, esponenti della società civile analizzano quali sono, fuori dagli slogan del governo, le vere implicazioni della riforma e  quali sarebbero le conseguenze,  nel lungo e nel breve periodo, sulla  vita politica e sociale del Paese.

La Costituzione bene comune, Ediesse 2016, pp. 88 €      10,00 Questo volume si propone di far conoscere le ragioni del NO al referendum costituzionale. Gli scritti sono di: Azzariti, Besostri, Carlassare, Ferrara, Gallo, Grandi, Pace, Rodotà, Villone, Zagrebelsky.

A cura di A. Pace e A.A. Di Todaro, Refe-rendum costituzionale, 20 domande e 20 risposte, Ediesse 2016 €        2,00 

Il volumetto fornisce in modo semplice e chiaro 20 domande fondamentali ed altrettante persuasive risposte volte a convincere le elettrici e gli elettori a respingere le inaccettabili modifiche apportate alla Costituzione. 

Donne

Umanità nova, 24 aprile 2016 €       1,50 La discriminazione delle donne in Iran è fortissima e si impone su uno scenario generale di drastica riduzione dell’agibilità politica e sociale.  A queste rivendicazioni se ne aggiungono altre, relative all’autonomia economica, alle libertà personali, alla libera scelta di maternità. Dalla intervista riportata ad una studentessa iraniana emerge una situazione dinamica, ricca di potenzialità e in grado di produrre cambiamenti.

Il foglio del paese delle donne, n. 1-2016
               1946: il voto delle donne

Questo numero speciale  a cura di I. Iorno e M.P. Fiorensoli riporta le testimonianze di donne che hanno votato per la prima volta nel 1946.  Oltre a questa iniziativa , l’Associazione “Il paese delle donne” e la “Fildis” (Federazione italiana laureate e diplomate istituti superiori) organizzeranno  convegni, ai quali parteciperanno docenti, storiche e ricercatrici. Inoltre attività musicali e di teatro, una mostra itinerante testuale e fotografica.
 

Pollicino gnus, n. 243-gennaio 2016

      7,00

Il filo delle donne nel labirinto delle Afriche

Se educhi un uomo educhi un uomo; se educhi una donna, educhi un popolo, è un vecchio proverbio africano che dice molto sul ruolo che le donne hanno in questa parte del mondo che non è un solo continente prrché ogni regione è un continente a sé. 

Questo numero della rivista ci fa conoscere le donne dell’Africa nera, dell’Africa centrale e le storie provengono dall’Eritrea, dal Congo ex Zaire ex Congo Belga, dal Kenya, dal Burundi.

Adista, n.10-marzo 2016

Abbonamento annuo €     70,00

Smettetela di farci la festa

Dopo la presentazione di I. Colanicchia: Una violenza strutturale, gli interventi di: N. Dentico: Quel male che deve essere raccontato; M. Lòpez Vigil: Se Dio è Maschio, i maschi si credono dio; E. Green: Perché l’essere maschio non comporta alcun vanto; C. Simonelli: Sei dei nostri o degli altri? (Gs 5,13). Note sul dibattito gender; D. Di Carlo: Se nascere donna significa guardarsi le spalle.

E. Ciconte, Storia dello stupro, e di donne ribelli, Rubbettino 2014, pp. 385 €      15,00 

Controllando le migliaia di pagine  di processi per stupro tenuti in varie parti d’Italia dall’Ottocento ad oggi, l’autore racconta di quelle donne (ribelli) che hanno portato in giudizio i loro stupratori nonostante i tanti pregiudizi duri a morire che le bollava se non proprio come consenzienti, almeno come non sufficientemente “resistenti” al loro violentatore. 

Intervistato da “Repubblica.it”, lo storico (docente di Storia della criminalità organizzata all’Università Roma Tre), afferma: «Femmi-nicidio è parola terribile, agghiacciante, usata da qualche tempo a questa parte per indicare la soppressione violenta di una donna da parte di un uomo, marito, convivente, fidanzato, amante che sia. C’è una stretta relazione tra lo stupro e il femminicidio.

Al fondo di tutto c’è il fatto che l’uomo non riconosce alla donna una volontà propria, un’autonomia di comportamento. La donna deve sottostare ai voleri dell’uomo, altrimenti egli è autorizzato a stuprarla o a ucciderla».

A. Deodato, Vorrei risorgere dalle mie ferite, Donne consacrate e abusi sessuali, Edb 2016, pp. 244 €      22,00 II libro raccoglie storie di donne consacrate che hanno subito un abuso sessuale da preti e consorelle di comunità.

Si rimane sconvolti dall’intreccio delle dinamiche interpersonali, emotive, sessuali e religiose nella relazione tra l’abusatore e la sua vittima. Da un lato si riesce così a vedere da vicino l’inspiegabile negazione da parte degli abusatori anche dei fatti più evidenti, dall’altro si inizia a comprendere il motivo per cui le vittime non riescono a difendersi immediatamente e molto spesso iniziano a parlare dell’abuso solo dopo tanti anni perché i fatti rimangono “sepolti” in una tomba nel più lontano angolo della loro anima.

L. Bove, Giulia e il lupo, Storia di un abuso sessuale nella Chiesa, Ancora 2016, pp. 128 €      14,50 

Viene riportata in questo libro la cruda testimonianza di una ragazzina quattordicenne violentata per sette anni dal suo confessore trent’anni più vecchio. Il libro è curato da Luisa Bove, pubblicato da l’Ancora, casa editrice legata all’ordine dei Pavoniani, con la spinta della Curia di Milano e la prefazione di padre Hans Zollner, membro della Pontificia commissione per la tutela dei minori, istituita da Papa Francesco per far luce sugli scandali sessuali e la pedofilia dentro la Chiesa. Il Lupo del titolo viene appunto dal nome usato da Bergoglio nei suoi discorsi contro i preti pedofili.
 

S. See Yan Ma, Con i piedi fasciati, Uno sguardo Junghiano sulla cultura e la psicologia cinese, Moretti & Vitali 2015, pp. 251 €      18,00

Con i piedi fasciati  si occupa dell’uso, ormai abolito in Cina, di fasciare i piedi alle bambine per renderli dei “piccoli loti d’oro” ed  è scritto da una donna che è la prima psicoanalista cinese junghiana. Shirley See Yan Ma analizza il fenomeno dei piedi fasciati da un duplice punto di osservazione: quello del suo essere una donna cinese che, almeno inizialmente, ha cercato di diventare “quanto più occidentale possibile”, e quello di una psicologa analista junghiana. L’autrice ritiene che il fenomeno dei piedi fasciati abbia molto da dire alle donne orientali e, per estensione, anche a quelle occidentali. La sua analisi vuole gettare una nuova luce, sia dal punto di vista antropologico-culturale che da quello simbolico, su un fenomeno di reale oppressione delle donne cinesi e, nello stesso tempo, su una profonda ferita psichica individuale e collettiva. (dalla presentazione di Marta Tibaldi)

I. Ziga, Diventare cagna, Malatempora 2015, pp. 125 €      15,00 Una riflessione colta e pungente, dissacrante e provocatoria che vuole soprattutto decostruire e riassemblare pratiche e immaginari che hanno a che fare con la dimensione politica del corpo e del genere. 

«La nostra è una femminilità estrema, radicale, sovversiva, spettacolare, prorompente, esplosiva, plateale, sporca, mai impeccabile. Femminista, politica, precaria, combattiva, scomoda, arrabbiata…». È un urlo osceno e graffiante, quello delle transfemministe queer che prendono parola in Diventare cagna di Itziar Ziga per sua stessa definizione femminista occidentale, situata ai margini del femminismo e dell’Occidente. 

Un racconto polifonico, dove la voce dell’autrice e quella delle sue «cagne» – donne trans e bio, frocie, lesbiche, etero-insubordinate – si sommano e si sovrappongono. 

Una riflessione corale, a tratti strillata su alcuni dei nodi dirimenti del dibattito femminista queer contemporaneo: costruzione del genere e binarismo gerarchico, violenza, prostituzione, piacere sessuale. Sullo sfondo una critica tagliente alla femminilità che viene decostruita e riassemblata.

P. Staccioli, Sebben che siamo donne, Storie di rivoluzionarie, Derive approdi 2016, pp. 121
        16,00

Nell’Italia degli anni Settanta e Ottanta sono in molti a ritenere l’uso della forza indissolubilmente legato a un percorso reale di trasformazione. Migliaia di giovani (e non solo) effettuano la scelta armata, decine di migliaia la sfiorano o in qualche modo la sostengono. Fra i militanti delle organizzazioni clandestine ci sono molte giovani donne. Non si definiscono femministe. Impongono pari dignità irrompendo in un territorio maschile. Lottano per il potere, come i loro compagni.  

Il libro narra il tragico epilogo di dieci giovani donne legate alla scelta politica e sono: Elena Angeloni, Margherita Cagol, Annamaria Mantini, Barbara Azzaroni, Maria Antonietta Berna, Annamaria Ludmann, Laura Bartolini, Wilma Monaco, Maria Soledad Rosas, Diana  Blefari. Le biografie sono scritte sulle basi di libri, cronache giornalistiche, atti giudiziari, documenti politici e ricordi di amici, familiari, compagni di militanza. Conclude il libro una testimonianza di Silvia Baraldini e le schede delle organizzazioni delle dieci donne.

E. Teghil, Femminismo materialista, Bor-deaux 2015, pp. 307 €      16,00 Femminismo materialista raccoglie note e appunti, quasi un diario giornaliero,  che riflettono l’importanza fondamentale del recupero della storia e della memoria della trasgressione femminista, ridotta ora a un percorso emancipatorio dai tratti deterministici, e della necessità di individuare momenti di rottura e punti di fuga e di imparare a esistere e resistere in questa società contemporaneamente feudale, ottocentesca e nazista. (dalla quarta di copertina)

D. Martelli, Scrittrice o scrittore?, Una ricerca di genere sulla creatività letteraria, Cleup 2015, pp. 144 € 14,00 Con questo saggio, considerato il continuo di Le parole di ieri sulla donna, pubblicato sempre dalla Cleup, che  raccoglie proverbi, modi di dire, luoghi comuni, credenze e superstizioni, fiabe, canzoni, barzellette , emerge non solo la  condizione storico-sociale della scrittrice, ma anche quella della donna fino ai tempi recenti. L’autrice decide di mostrare le difficoltà che le donne hanno dovuto affrontare, la libertà mentale, il tempo, lo spazio e il rispetto per poter scrivere. Daria Martelli afferma «scrittrici, molto più faticosamente che scrittori, non si nasce, ma si diventa». 

A cura di S. Metzeltin, Donne sportive senza età, Diesse288 2016, pp. 84          s.i.p.

Gli interventi delle donne tenuti ad un convegno  a Fucine di Ossano, provincia di Trento, nel 2015, dimostrano che le donne di qualunque età vogliono continuare a essere attive,  perché l’attività fisica è alla base di un equilibrio psico-fisico e porta ad una maggiore integrazione tra uomini e donne.

Filosofia

Humanitas, n. 6-2015 €     15,00

Filosofi dinanzi alla Grande guerra 

1914-1918

Il testo  riporta un ciclo di lezioni tenute presso il dipartimento di Lettere e filosofia dell’Università di Trento che  ha avuto come tema la reazione degli intellettuali di fronte alla Grande guerra.

Il numero è stato curato da Francesco Ghia e Massimo Giuliani, gli articoli sono di: M. Nobile: Husserl e la prima guerra mondiale; G. Cervo: Il destino europeo e la Grande guerra. Riflessioni a partire da Sigmund Freud e Jan Patocka; P. Giacomoni: George Steiner e Georg Simmel. L’Europa e il tragico; F. Meroi: Bergson e il “significato della guerra”; F. Ghia: “Rimanere tedeschi nel senso della nostra storia”. La “sintesi culturale” di Ernst Troeltsch al cospetto della Grande guerra; G. Ghia: Ciò che la coscienza prescrive … Nota su Piero Martinetti e la guerra; F. Cambi: “Vivere da soldato senza essere soldato”. Thomas Mann e la Germania nella prima guerra mondiale; C. Brentari: La guerra, i valori e la vita organica. Attorno allo scritto di Scheler Der Genius des Krieges und der deutsche Krieg (1915); M. Libardi: Ulrich a Davos; S. Zucal: Ferdinand Ebner e la guerra; M. Giuliani: Franz Rosenzweig, il fronte dei balcani e La stella della redenzione; O. Tolone: Viktor von Weizsäcker. La prima guerra mondiale e la nascita di una “Nuova medicina”; M. Campanini: La prima guerra mondiale e la crisi della coscienza europea. 

A cura di A. Simoncini, Dal pensiero critico, Filosofie e concetti per il tempo presente, Mimesis 2015, pp. 377 €      28,00 “I concetti non sono già fatti, non stanno ad aspettarci come fossero corpi celesti. Non c’è un cielo per i concetti; devono essere inventati, fabbricati o piuttosto creati e non sarebbero nulla senza la firma di coloro che li creano”. È forse questo pensiero di Deleuze e Guattari a tracciare nel modo migliore la rotta degli eterogenei saggi che compongono questo libro, nel quale si affrontano alcuni dei principali problemi posti dal pensiero critico contemporaneo. I testi del volume si concentrano allora sul modo in cui i grandi pensatori – Walter Benjamin, Gilles Deleuze, Guy Debord, Michel Foucault, Antonio Gramsci, Felix Guattari, gli operaisti italiani, Karl Marx, Alfred Sohn-Rethel – sono stati capaci di concettualizzare alcuni tra i problemi decisivi della modernità capitalistica perché quei concetti e quelle filosofie rappresentano risposte contestualizzate a sfide storicamente determinate. Tuttavia, la società del capitale e della merce conserva ed espande la propria capacità egemonica; approfondisce le contraddizioni relative al dominio dell’uomo sull’uomo, dell’uomo sulla natura e dell’uomo su se stesso. Gli scritti sono di: Étienne Balibar, Franco Berardi Bifo, Salvatore Cingari, Michele Filippini, Anselm Jappe, Michael Löwy, Pierre Macherey, Damiano Palano, Matteo Pasquinelli, Mario Pezzella, Jason Read, Guillaume Sibertin-Blanc, Alessandro Simoncini, Federico Tomasello, Massimiliano Tomba, Couze Venn.

A cura di P. Cesaroni e S. Chignola, Politiche della filosofia, Istruzioni, soggetti, discorsi, pratiche, Derive approdi 2016, pp. 221 €      17,00

Il libro è il risultato di una ricerca in comune, è una collezione di saggi – dotati ciascuno di autonoma consistenza – frutto di un paio di cicli seminariali svoltosi nell’arco di tre anni (dal 2011 al 2014) che ha posto a tema il nesso fra filosofia e la sua istituzione.

«Se da sempre si immagina (o più correttamente, ci si addestra a immaginare) – scrive M. Spanò nella recensione al libro pubblicata su “Il manifesto” – l’ambiente della filosofia tale quale un cielo rarefatto di concetti e astrazioni, un dominio purissimo e sideralmente lontano da rapporti di forza e potere e desiderio, dalla materialità dei corpi (singolari e collettivi, di carne e di parole), allora questo volume è da intendersi come una meditata, sobria, ma insieme esatta e testarda, smentita di questa immagine e di questo immaginario. Il che non vuol dire, evidentemente, che vi si parli di filosofia come alcunché che, così come per l’artigianato la bottega, trovasse il proprio limite e il suo luogo deputato in un dipartimento universitario. Politiche della filosofia è il tentativo – topologicamente assai audace – di indicare il luogo proprio – e dunque il più radicalmente improprio o comune, per definizione eccepito e però tacitamente sempre praticato – della filosofia tra il cielo (il fuori) e il dipartimento (il dentro)».

Gli interventi sono di: C. Cavallari, P. Cesaroni, S. Chignola, G. De Michele, R. Ercego,
M. Farnesi Camellone, S. Pellarin, L. Rustighi, P. Slongo, G. Valpione.

P. Godani, La vita comune, Per una filosofia e una politica oltre l’individuo, Derive approdi 2016, pp. 106 €      12,00 

Individui isolati, crucciati e depressi: ecco il panorama che ci consegna la sociologia dei nostri giorni. È il mondo del capitalismo nel quale viviamo, fatto di proprietà individuali, di proprietà di beni, di biografie che diventano destini colpevoli, di amori securitari che sono altrettanti amori infelici. Ma la filosofia ha altre risorse, per indicarci la strada di una vita comune: oltre l’individuo.

Un ampio dossier è stato dedicato a questo volume e sul sito http://operaviva.info/focus/la-vita-e-in-comune/ si possono leggere gli articoli di: P. Godani: La vita comune;
D. Gentili: L’individuo dell’aldiqua; E. Stimilli:
Il fluido comune della vita; G. Ferrara: La qua-
rantena esistenziale del postmoderno
e di
P. Bianchi: Individui contingenti.

Esprit, n. 417, 2015 €     20,00

Habermas, le dernier philosophe 

Fœssel Michaël: Une ambition philosophique par gros temps; Habermas Jürgen: Espace public et sphère publique politique. Les racines biographiques de deux thèmes de pensée; Durand-Gasselin Jean-Marc: La fin des mandarins allemands; Entretien avec Habermas Jürgen: Critique et communication: les tâches de la philosophie; Entretien Haber Stéphane et Kervégan Jean-François: L̓effet Habermas dans la philosophie française; Roman Sébastien: Consensus et utopie. Lecture de Habermas par Paul Ricœur; Hunyadi Mark: Les limites politiques de la philosophie sociale; Howard Dick: Habermas citoyen. Les «Petits écrits politiques» du philosophe allemand; Desbarats Carole: Le Labyrinthe du silence. Quand les Allemands oubliaient la Shoah; Colliot-Thélène Catherine: La démocratie : entre libéralisme et radicalité; Monod Jean-Claude: Que peut-on espérer du droit international?

F.-W. von Herrmann e F. Alfieri, Martin Heidegger, La verità sui Quaderni neri, Morcelliana 2016, pp. 459 €      35,00

È ripreso, il gossip su Heidegger e l’antisemitismo dopo la pubblicazione dei Quaderni neri stampati da Bompiani.  

Le espressioni antisemite presenti nei quaderni –  l’antisemitismo era radicato nella cultura cattolica dell’epoca – non autorizzano a liquidare la filosofia di Heidegger. Il libro si propone di inquadrare i Quaderni neri e il loro contenuto nel pensiero storico-ontologico di Heidegger ponendo così fine alle strumentalizzazioni in atto che rimangono prive di giustificazioni credibili ed inoltre dai quaderni si evince una ferma e inequivocabile condanna del nazionalsocialismo e delle politiche hitleriane. Scrive testualmente Heidegger «il nazionalsocialismo è un principio barbarico». E lo dice condannando anche «l’irresponsabile mala essenza con la quale Hitler infuriava per l’Europa». 

G. Imbriano, Le due modernità, Critica, crisi e utopia in Reinhart Koselleck, Derive approdi 2016, pp. 411 €      25,00

Reinhart Koselleck è uno dei più importanti storici e teorici della storia del XX secolo. La sua storiografia politica ha contribuito in maniera determinante al ripensamento dei nodi fondamentali della modernità, dei suoi ritmi temporali, delle sue cesure epocali. E ha offerto uno sguardo non usuale, scettico e disincantato sui problemi del presente. Questo libro ne ricostruisce analiticamente il pensiero, indagandolo a partire da una ricerca di archivio su importanti inediti: tra tutti, i carteggi con Carl Schmitt, Hans-Georg Gadamer e Hans Blumenberg − oltre ad altri materiali inediti conservati negli archivi di Dusseldorf e Marbach am Neckar. 

M. Vozza, Scepsi amorosa, Il prato 2015, pp. 106
      10,00

Partendo dall’assunto del filosofo Roland Barthes che ci dice che “io desidero il mio desiderio, e l’essere amato non è più che il suo accessorio”, l’autore propone una riflessione sul tema dell’amore così come è vissuto nell’Occidente. Egli ci fa riflettere sul fatto che sarebbe utile non chiedersi quanto si ama ma come e chi si ama prescindendo e andando oltre l’esigenza di soddisfare se stessi e il proprio desiderio per aprirsi veramente all’altro senza altro scopo che amare veramente in una condivisione che implica reciprocità. 

M. Hardt, Gilles Deleuze, Un apprendistato in filosofia, Derive approdi 2016, pp. 259 €      17,00 Gilles Deleuze moriva il 4 novembre 1995 ed un ventennio è trascorso, durante il quale l’opera di questo straordinario filosofo si è andata affermando. Deleuze sarebbe diventato l’autore che più ha contribuito all’uscita dalla dialettica e dai vicoli ciechi della teoria e della prassi novecentesca. Michael Hardt  attraverso Deleuze e il lento, illuminante apprendistato nella sua filosofia, ha ricavato le premesse per un pensiero politico e filosofico attuale e potente. Un pensiero della gioia che oggi ci aiuta a costruire il presente e a pensare il futuro, nel quale tutto è ancora possibile. 

A cura di A. Saccoccio, Debord e il situazionismo revisited, Massari 2015, pp. 218
      12,00 Il libro riporta gli interventi tenutisi a Sesta Godano (LaSpezia) in occasione del ventennale della morte di Guy Debord. Riportiamo l’indice.

Michele Nobile: La società dello spettacolo e la critica rivoluzionaria; S. Ricaldone: Debord avant Debord; P. Bertelli: Rapporto sul cinema sovversivo di Debord; R. Massari: Complicanze “spettacolari”; G. Amico:
Il marxismo situazionista di Asger Jorn;

A. Scuro: Basi lettriste del Situazionismo; A. Saccoccio: Crisi e superamento dell’arte: dal Futurismo a Debord (e oltre); S. Balice: Il punto della Situazione nella realtà delle Reti; A. Marchi: Punto d’arrivo (e situazioni in bici); R. Peccolo: Punto di ripartenza: una Galleria semisituazionista nel cuore di Livorno; M. Bandini: Guy Debord dal Lettrismo all’Internazionale Situazionista; Note di lettura di Roberto Massari: Da La società dello spettacolo ai Commentari. 

Y. Thomas, Il valore delle cose, Quodlibet 2015, pp. 98                                          12,00

In questo testo preceduto da un saggio di Giorgio Agamben, il grande storico del diritto romano riconduce la genesi delle cose destinate al libero uso di tutti i cittadini non solo all’ambito del pubblico, ma anche a quello del sacro. I primi beni comuni, nell’antica Roma, erano proprio quelli riservati alla città e agli dei e per questo sottratti alla proprietà individuale a favore dell’intera cittadinanza. In tal senso si può paradossalmente sostenere che sia stata proprio la religione che, rendendo alcuni beni e alcuni luoghi indisponibili all’appropriazione, ha liberato gli altri dalla possibilità di essere posseduti e scambiati. 

D. Janieson e B. Nadzam, Amore e Antropocene, Stampa alternativa 2015, pp. 143
      15,00

Il libro nasce dalla collaborazione tra una scrittrice di romanzi e un filosofo ambientale, con lo scopo di affrontare uno dei temi più “caldi”, in senso letterale e metaforico, dell’attualità: l’amore. Con cinque racconti, ambientati in un futuro in cui tutti gli ambienti naturali sono definitivamente scomparsi, l’amore viene presentato in tutte le sue sfaccettature. L’amore che i due autori celebrano è una costante della nostra esistenza, come lo è la spoliazione delle risorse planetarie: amore e ambiente, due temi apparentemente così diversi, in questo libro trovano un perfetto equilibrio, divenendo uno il complementare dell’ altro. 

E. Pavesi, Poco meno di un angelo, L’uomo, soltanto una particella della natura?, D’Ettoris 2016, pp. 309      20,90

Il libro ripercorre le varie teorie di filosofi e scienziati sulla natura dell’uomo, dalla Grecia classica alla contemporaneità. Vi troviamo quindi, tra gli altri, Socrate, Platone e Aristotele, San Tommaso d’Aquino, gli umanisti e Martin Lutero, Nietzsche e Freud. Lo psichiatra Ermanno Pavesi analizza il conflitto tra due opposte concezioni dell’uomo: quella che lo definisce “creatura a immagine e somiglianza di Dio” e quella che lo riduce a pura materia. Si chiede se l’uomo sia realmente libero nelle sue scelte o queste siano influenzate dalla natura, di cui egli sarebbe soltanto una particella. 

A cura di L. Battaglia, Uomo, natura, animali, Per una bioetica della complessità, Altravista 2016, pp. 271                    

                                25,00 

Guardare alla bioetica nell’orizzonte della complessità significa proporre un collegamento tra le sue diverse dimensioni: quella medica, che riguarda la nascita dell’uomo, la sua salute, la sua morte dinanzi alle nuove possibilità offerte dalle biotecnologie; quella ambientale, che s’interessa alle questioni di valore connesse alle conseguenze pratiche del rapporto tra l’uomo e la natura; quella animale, che si occupa degli aspetti morali, sociali, giuridici delle relazioni dell’uomo con le altre specie. La riflessione filosofica è chiamata a un confronto critico con le diverse scienze della vita, dalla biologia alla medicina umana e veterinaria, dall’ecologia all’etologia in modo da raccordare gli interessi dell’umanità attuale con quelli delle generazioni future e la risposta è in un umanesimo capace di riconoscere che i nuovi soggetti  appartengono anch’essi alla comunità della vita sulla terra. 

S.F. Berardini, Presenza e negazione, Ernesto De Martino tra filosofia, storia e religione, Ets 2015, pp. 132 €      13,00

Con questo saggio, Sergio Fabio Berardini prosegue un lavoro minuzioso sulla «ricerca filosofica» di Ernesto De Martino. Per l’autore, De Martino non è solo il grande etnologo e storico delle religioni ma anche un filosofo che nell’ambito di questa disciplina ha molto da dirci e le cui soluzioni conservano una sempre maggiore attualità. Non stupirà, allora, di vedere qui evocati i nodi fondamentali della riflessione speculativa, co-me,  per fare alcuni  esempi, i problemi  dell’indetermi-nato, del  negativo, delle categorie,  della dialettica: questioni  che sono anche i grandi  e oscuri enigmi che

s’incontrano nella lettura  dei classici del pensiero, – di Hegel, di Nietzsche o di Wittgenstein.

C. Quarta, Homo utopicus, La dimensione storico- antropologica dell’utopia, Dedalo 2015, pp. 270 €      17,00

Questo libro propone un’analisi innovativa storica e antropologica del termine utopia. L’uomo non è solo sapiens ma è anche utopicus: l’utopia infatti alimenta la speranza progettuale ed è una potente forza di mutamento sociale. Grazie ad un’analisi della genesi del termine e al confronto puntuale con concetti similari, si giunge a una definizione di utopia in rapporto anche con alcuni dei più importanti fenomeni socio-storico-culturali come la rivoluzione, la scienza, la religione e l’ecologia.

F. Battistutta, Storie dell’Eden, Prospettive di ecoteologia, Ipoc 2015, pp. 116           16,00

Il saggio propone una lunga e articolata riflessione sulla religione e sulle storie riguardanti il tempo dell’Eden, sul rapporto dell’uomo con i suoi simili e con il mondo che lo circonda, partendo dalle narrazioni presenti nel testo biblico, passando per i classici greci e latini, per la letteratura popolare, per le ricerche archeologiche e antropologiche fino ad arrivare a un confronto serrato con alcune figure significative del pensiero moderno e contemporaneo. Si svela a poco a poco un mondo mitologico che narra di un’antica età dell’oro, lontana da noi contemporanei, ma ancora capace di comunicarci qualcosa di prezioso: una speranza, un sogno verso quella nuova innocenza a cui da sempre l’essere umano aspira, con passione e intelligenza.

A cura di T. Tonchia, Lo spettro della fine, Pensare l’Apocalisse tra filosofia e cinema, Mimesis 2016, pp. 123 €     12,00 Pensare l’Apocalisse significa avvicinarsi, inevitabilmente, alla fine. Fine che implica il termine ultimo, il traguardo in cui l’individuo come il mondo (la collettività) trova non sempre il suo compimento, ma la possibilità di riscatto e di ricominciamento. Certamente l’immaginario apocalittico evoca un momento di crisi e di rottura: insomma una catastrofe che viene rappresentata in varie forme ma che preclude e lascia spazio alla trasformazione. Pensare l’Apocalisse attraverso strumenti ermeneutici diversi da quelli canonici è il fil rouge che lega l’analisi del libro: una chiave di lettura della fine del mondo attraverso il cinema e la filmografia, ovvero attraverso quelle immagini che si trasformano in pensiero, in concetti. 

C. Malanga, La geometria sacra in Evideon, Spazio interiore 2015, pp. 112 €     14,00

In questo testo Corrado Malanga prosegue il suo lavoro iniziato con Evideon – pubblicato nel 2014 dallo stesso editore nel quale ha descritto l’universo come un unico oggetto simmetrico, chiamato Evideon, in grado di rappresentare il Nulla e il Tutto, ossia la coscienza primordiale. In questo testo l’autore approfondisce il tema, spiegando come applicare la “radice del tutto” alla geometria sacra, espressione con cui egli intende una serie di forme e numeri rappresentativi che descrivono archetipicamente l’universo virtuale. Malanga spiega come la geometria sacra circonda la nostra realtà. 

Islam

Mosaico di pace, n. 4-aprile 2016 €       3,50

Islam tra pace e violenza

Un dossier difficile su l’Islam di oggi che attraversa una delle fasi più intricate della sua storia. Il dossier prova a presentare i diversi volti dell’Islam, le contraddizioni, i sogni e le buone pratiche di un Islam dal volto europeo. Gli interventi sono di: B. Salvarani, teologo esperto del dialogo interreligioso, P. Naso docente di scienze politiche, C. Bettega direttore ufficio Cei, S. Abdel Qader, sociologa, E. Peyretti del movimento per la nonviolenza, R. Aripen coordinatore delle associazioni islamiche laziali. 

M. Chebel, Il corpo dell̓Islam, Argo 2012, pp. 222 € 18,00 Più che un organismo anatomico, il corpo di cui si tratta nel saggio di Malek Chebel è una struttura di credenze e di miti, così come viene percepita attraverso una griglia di misurazioni antropologiche o biologiche. Il saggio mostra come nell̓Islam il corpo sia un elemento attivo del condizionamento sociale e culturale: presente in tutti i livelli dell̓organizzazione della società. Nella cultura musulmana esso è il punto d̓arrivo di una civiltà, una sorta d̓archivio vivente che riflette i conflitti tra i modelli di comportamento tradizionale e l̓adozione di un codice sociale occidentale. 

A cura di I. Acocella e R. Pepicelli, Giovani musulmane in Italia, Percorsi biografici e pratiche quotidiane, Il Mulino 2015, pp. 211                            18,00

Il volume riporta i risultati di un’indagine sui processi di configurazione identitaria di giovani musulmane di origine marocchina, bengalese, pakistana nate e/o cresciute in Italia. A partire dall’analisi di narrazioni biografiche raccolte nelle città di Roma, Firenze e Padova, i lavori qui presentati affrontano, da prospettive di ricerca empiriche e teoriche diverse, quattro temi centrali per il dibattito accademico e l’opinione pubblica: “seconda generazione”, “genere”, “islam” e “cittadinanza”. Privilegiando le categorie analitiche dell’intersezionalità e dell’«agency», il libro esplora la “capacità di agire” di queste giovani donne nella sfera privata e in quella pubblica e, allo stesso tempo, analizza il loro contributo al processo di trasformazione dell’Islam in occidente.

M. Ali Amir-Moezzi, L’islam degli sciiti, Dalla saggezza mistica alla tentazione politica, Edb 2016, pp. 82         8,00

Quest’opera ci presenta il mondo degli sciiti. La sua storia è piena di teologi, filosofi, artisti, letterati e mistici e molte opere di questa ricca tradizione intellettuale e spirituale furono tradotte in latino. L’autore, professore a Parigi, ripercorre la storia della frattura che portò alla nascita dell’islam sciita e segue lo sviluppo del suo pensiero lungo i secoli. Egli sostiene che, rispetto ai sunniti, questa minoranza è più aperta al dialogo con le altre religioni e che al suo interno esiste una vivace vita intellettuale. Questo interessante saggio ci mostra aspetti, non soltanto spirituali, poco o per niente noti alla maggior parte delle persone, di questa minoranza perseguitata dai sunniti e nel mirino dei terroristi fondamentalisti. 

D. Quirico, Il grande califfato, Neri Pozza 2015, pp. 234                            

                                  16,00

Quirico ha il merito di aver inquadrato, anticipando l’evol-versi del fenomeno, quando
era ancora in fase embrionale.
Era stato prigioniero dell’eser-cito di Jorshat al Nusra in Siria avendo modo di vedere l’entusiasmo di molti islamici e ascoltare le loro intenzioni. La Siria era soltanto la partenza, da lì sarebbe dovuta nascere una costellazione unita di Stati asiatici, africani ed europei: Il grande califfato. Quirico rivelò le informazioni ai mass media una volta tornato dalla prigionia, ma il disegno dei Jihadisti, raccontato da Quirico, non venne preso molto in considerazione.

Domenico Quirico non dovette aspettare molti mesi per notare come una paura prevista si tramutasse in un incubo internazionale.

Laicità

I grandi maestri del pensiero laico, Introduzione di M. Salvadori, Claudiana 2013, pp. 240
    24,00 

Il libro presenta i grandi autori del pensiero laico: da Spinoza a Bobbio, passando per Locke, Voltaire e Kant, per Tocqueville, Stuart Mill, Russell, Croce, Salvemini. Tutti questi hanno comunque inteso valorizzare la laicità come fondamento dello Stato e del diritto di ciascuno di diffondere liberamente le proprie fedi al riparo da ogni forma di dispotismo e intolleranza.

A cura di C. Tamagnone, Noncredenza e religioni, Noncredo libri 2012, pp. 171 €     15,00 

Gli interventi si costituiscono come dei piccoli saggi suddivisi nelle tre parti dell̓opera, rispettivamente: aspetti storici e sociologici, aspetti antropologici ed esistenziali, aspetti filosofici e scientifici. Ne deriva un saggio a più voci compatto nella varietà, il cui scopo è offrire un panorama critico sull̓attuale rapporto esistente in Italia tra la noncredenza come indirizzo filosofico e le religioni. 

A cura di C. Tamagnone, Noncredenza e scienza, Noncredo libri 2012, pp. 228 €     15,00 

Il rapporto tra la noncredenza e la scienza non va colto soltanto attraverso le oppo-sizioni che uomini di scienza non credenti muovono alle religioni istituzionali, occorre anche considerare quegli atteggiamenti metafisici non legati ai testi sacri ma a forme di credenza aprioristica che con la scienza non hanno nulla a che vedere, e che, tuttavia,  parrebbero anti-religiose. L̓esempio più eclatante è certo quello del grande Einstein, il quale non credeva nel dio della Bibbia ma in compenso credeva nel dio di Spinoza (quello che: «non gioca ai dadi!»).

Mass media

G. Coleman, I mille volti di anonymous, La vera storia del gruppo hacker più provocatorio al mondo, Stampa alternativa 2015, pp. 473

      24,00 Balzato agli onori della cronaca mondiale per eclatanti e controverse  operazioni  di  hacktivismo  (da  WikiLeaks  alla  Primavera  Araba,  da Occupy agli attacchi contro la galassia jihadista dopo gli attentati di Parigi del novembre 2015), in realtà Anonymous affonda le radici nei bassifondi del trolling online fin dal 2003 e fa del dissenso sarcastico l’obiettivo primario della sua stessa esistenza, continuando a colpire (e a sorprendere) con operazioni a tutela della libertà d’espressione, contro ogni censura e forma d’ingiustizia.  Grazie  a  un  accesso  senza  precedenti  ai  canali
Irc  interni  e  agli stessi attivisti, l’antropologa Gabriella Coleman ha prodotto l’opera per decifrare questa sottocultura “misteriosa”. 

Ribadendo come Anonymous si sia ormai insinuato ovunque e continui a operare a favo-
re del bene comune senza bisogno di ricono-scimenti personali o marchi individuali.

Fino ad affermare il potere dell’anonimato collettivo e dell’impegno personale per cambi-
are il mondo, qui e ora.

(da: Venerdi di “Repubblica” del 15.01.2016)

A.Carri, La televisione di Zavattini, Attualità di Telesubito, Consulta libri e progetti, pp. 57

    10,00

L’autore racconta la sua esperienza con Cesare Zavattini, ideatore nel 1984 di Telesubito, un tipo di televisione della quale lui stesso si proponeva in prima persona come ordinatore ed esecutore materiale. L’obbiettivo era quello di creare un tipo di televisione diverso dal solito dove la manipolazione della coscienza, la deformazione della realtà, l’assillo delle pubblicità e le mitologie che la televisione creava fossero abolite. Come scrive l’autore Zavattini “insistette, fin dai primi incontri, sulla necessità di creare con la televisione nuovi linguaggi, altri occhi, altre orecchie”. Sfortunatamente Telesubito, come era stata ideata da Zavattini è rimasta sulla carta, ma secondo l’autore, ad oggi, è un dovere morale e culturale riportarla alla luce per poter fare veramente una buona televisione. 

J. Azam, Facebook, Anatomia di una chimera, Stampa alternativa 2015, pp. 89 €      13,00

In questo saggio l’autrice critica il celeberrimo social network Facebook, screditando i tentativi del sito di formare un nuovo individuo sociale appellandosi ad un concetto di libertà non autentico, perché, fa notare l’autrice “la libertà è la condizione di chi non ha padrone, sebbene l’uso della libertà che ne fanno gli utenti di Facebook possa far credere il contrario”. L’autrice svela il lato oscuro della creazione di Zuckerberg  facendo notare come le strategie di marketing siano riuscite a rendere così famoso un sito che ingabbia i suoi utenti privandoli di ogni possibilità di autogestione e mirando a diventare per loro indispensabile. 

M. Pistolato, Cari libri, la lettura condivisa come laboratorio di umanità, Paoline 2014,
pp. 120 €      11,00

L’autrice parla della sua esperienza nella costituzione di gruppi di lettura in vari luoghi. Riflettendo sull’importanza della lettura soprattutto condivisa, l’autrice ci conduce in un ambito interessante e stimolante dove vengono dati suggerimenti e supporto per tutto ciò che riguarda i gruppi di lettura. “Leggere insieme è scambiare opinioni, idee e ascoltare altre voci e questo sta alla base della vita democratica in tutti i suoi aspetti” dice l’autrice e ci sembra un buon auspicio in un Paese come il nostro di “non lettori”. 

 

C. Castoro. Clinica della tv, I dieci Virus del tele-capitalismo, Filosofia della grande mutazione, Mimesis 2015, pp. 266 €     20,00

Clinica della tv è un vero e proprio manuale filosofico di auto-difesa dai condizionamenti e dalle patologie virali indotti dagli schermi e dalla Rete, sempre più veicoli di “infezione” profonda di un Tele-Capitalismo che non ci vuole servi, stanchi e disinteressati, ma atleti del futuro, idioti aggiornati, clienti compulsivi, concorrenti di ambiziosi casting e show, satelliti impazziti e contenti di un Mondo 3.0 dove l’ottica e il riciclaggio delle forze assorbono tutta la nostra vita. 

Contro questo Manicomio del Neutro e della moneta, di cui nemmeno si intravedono gli aguzzini, il grido di rivolta è diventato: segare le sbarre e scappare, o guarire. (dalla quarta di copertina)

W. Benjamin, Radio Benjamin, Castelvecchi 2014, pp. 114 €     14,00

Testo scritto dal noto filosofo, critico letterario e traduttore tedesco, in cui esprime la sua idea di radio, vista non solo come strumento di comunicazione ma anche come una sorta di istituzione sociale che implichi il coinvolgimento attivo del pubblico al fine di renderlo critico e consapevole. Analizzando nello specifico due programmi andati in onda a Berlino e Francoforte negli anni ’30-’40 del secolo scorso e parlando del radiodramma (trasmissione dedicata alla lettura) egli riba-disce l’opportunità del conduttore radiofonico di coinvolgere il pubblico soprattutto su tematiche filosofiche e di vita reale. 

A. Gazoia, Senza filtro, Chi controlla l’informazione, Minimum fax 2016, pp. 404 €     15,00 

Poche altre istituzioni pubbliche sono state criticate e messe severamente sotto processo come il giornalismo. In questa attività informativa, comunicativa e a suo modo letteraria, così caratteristica della società occidentale moderna, a essere presa di mira è stata proprio la sua modernità, cioè l’accelerazione nel commercio di notizie. La stessa idea di notizia intesa come merce da produrre e da vendere sembrò aberrante a molti scrittori e filosofi. Scoprire, conoscere e rendere pubblica la verità è la prima regola del giornalismo. Ma queste verità da immettere nel mercato sono ancora pure verità, o sono verità adulterate, manipolate, confe-zionate o perfino inventate per risultare il più possibile vendibili? Fin dalle sue origini, già nel Sette-cento, questa attività culturale tipica dell’Illuminismo è vissuta nel paradosso di voler “illuminare” l’opinione pubblica ed essere uno strumento irrinunciabile di libertà di pensiero, essendo d’altra parte sempre sospettabile di falsificare poco o molto la verità per venderla meglio. Da un lato, perciò, il giornalismo sembra essere cresciuto in quanto ramo profano e politico, più sociale e socializzato, della filosofia, della scienzae della letteratura: Plinio il Giovane, il più giornalista, con le sue brillanti epistole, degli scrittori latini, ebbe come maestro suo zio Plinio il Vecchio, famoso erudito e scienziato. Il giornalismo moderno è in effetti il nipote della satira sociale, della filosofia pratica, dell’erudizione enciclopedica e della letteratura di viaggio. Dal punto di vista produttivo e commerciale è d’altra parte una fabbrica di notizie, un’industria dell’informazione, oltre che un’arma nella competizione politica delle democrazie. Sono stati giornalisti, scrittori come Defoe, Samuel Johnson, Dickens, Mark Twain. Sono staticritici del giornalismo Balzac, Leopardi, Kierkegaard, Baudelaire e nel Novecento l’incendiario antigiornalista Karl Kraus, nonché un giornalista radicale come George Orwell. 

Il senso della responsabilità sociale, pedago-gica, che fonda e orienta l’attività giornalistica prevede sia la più instancabile e professionale ricerca delle verità di fatto, sia la critica dei modi in cui certe verità vengono scoperte e diffuse. Dato che non si può informare di tutto, si ha bisogno di criteri di selezione, di valori orientativi e di un linguaggio sia efficace che onesto. L’ampliamento del mercato culturale, lo sviluppo delle tecnologie comunicative, la crescente importanza politica della propaganda e commerciale della pubblicità, hanno fatto emergere nell’ultimo secolo problemi in apparenza sempre nuovi, che già appartene-vano, tuttavia, alla storia del giornalismo. Il più recente e aggiornato libro che si può leggere sull’argomento è Senzafiltro. Chi controlla l’informazione,  scritto da Alessandro Gazoia.

Le situazioni giornalistiche analizzate vanno dagli assassini di Kennedy (1963) e di Moro (1978) fino all’attacco terroristico delleTorri Gemelle e alle esecuzioni propagandistiche del Daesh: i classici problemi di fondo sono bene espressi già in queste frasi di copertina: «Se i media vigilano sul potere politico, chi vigila sul potere dei media?» E poi: «Tutti siamo coinvolti: la stessa salute della democrazia passerà dalla nostra consapevolezza di fruitori e produttori di informazione». Nell’epoca dei social net-work e del web, questo coinvolgimento di tutti, anche dei non addetti ai lavori, fino alla sovrapposizione e alla coincidenzadi fruitori e produttori, ha mutato il tradizionale scenario e le precedenti pratiche giornalistiche. È questo il fulcro del libro di Gazoia: «Nel giornalismo dell’era industriale esisteva una precisa catena editoriale, e per ogni articolo c’erano solitamente un autore, un redattore, un grafico, un titolista, un tipografo». Oggi accade che «il giornalista di una testata digitale che scrive tremila battute, regola il colore di una foto con un programma di fotoritocco oppure taglia dieci secondi da un video con un Final Cut, quindi titola, clicca, pubblica, e magari lancia pure l’articolo su Twitter e Facebook, non sente di aver occupato dieci ruoli diversi (…) ritiene tale situazione la “normalità digitale”». Una tale polivalenza di ruoli e autonomia di iniziative può essere creativamente entusiasmante, la conquista di una libertà fino a poco tempo prima inconcepibile. C’è tutto, sembra che non manchi niente alla realizzazione di un’utopia del giornalismo integrale, decentrato, accessibile a tutti. Ma in un sistema informativo “senzafiltro” viene meno non soltanto il controllo censorio, manca (e non è una novità) la mediazione selettiva e riflessiva. Se poi la tecnologia «libera dalle tutele del passato» (cosa che di per sé dovrebbe anche preoccupare), a queste tutele andrebbe sostituita un’autotutela della coscienza critica, senza la quale la massa di informazione messa in circolo si autodistrugge nell’insensatezza e nell’indifferenza. Resta il problema della coscienza critica e di come procurarsela. Senza memoria del passato sarà ben difficile liberarsi dai dogmi e dalle bugie del presente. 

Alfonso Berardinelli (da: “Avvenire”, 5 maggio 2016)

Musica

A-rivista anarchica, n. 403-dicembre 2015/gennaio 2016 €       4,00

A cura di S. Forti: 25 anni con Radio Contrabanda, la storica radio libera di Barcellona che ha compiuto a gennaio di quest’anno un quarto di secolo dando voce alla gente di una città sempre in cambiamento. 25 anni nelle strade tra chi lotta e chi resiste.

Aam-terranuova, marzo 2015 €       4,00

A cura di G. Ciarallo e F. Treves Il mio Zappa dalla Z alla A in forma di diario enciclopedico. Una serie di aneddoti, rarità, storielle e notizie sulla vita e la produzione artistica di Zappa.

Qsc-Quaderno di storia contemporanea,
n. 58-2015 €     13.00

G. Sala: Chitarre contro la guerra. Bob Dylan. Master of War.

R. Massari, Storia della musica in compendio, Massari 2014, pp. 367 €     20,00 

È un compendio che tratta della storia della musica a partire dalle sue origini, dai primi strumenti musicali, alla musica dei vari periodi storici. Nonostante nasca per uso dei Conservatori e delle scuole di musica, il modo chiaro che Massari utilizza permette anche ai meno esperti in questo campo di leggerlo come occasione piacevole di lettura. 

T. Morrison, Amatissima, Edizioni dell̓asino 2014, pp. 122 €     12,00

Pochi autori hanno saputo come Toni  Morrison – premio Nobel  per la letteratura
nel  1993 –  rendere giustizia ai dimenticati della storia, agli  schiavi, agli umili, ai perdenti traendo ispirazione dalle creazioni verbali e musicali dei neri d̓America, intrecciando realtà e
magia, miti, leggende e memorie della cultura

afroamericana. 

D. Zoppo, Amore, libertà, censura. Aereostella 2011, pp. 325 €     22,00

Il testo ripercorre approfonditamente l̓anno fondamentale e incisivo della carriera di Lucio Battisti, ovvero il 1971. L̓epoca storica è significativa. In un momento di rottura e di innovazione esce l̓album Amore e non amore, il suo primo vero album con brani inediti che anticipano le atmosfere progressiste rock che spopolano in Inghilterra.

Battisti è uno dei più grandi ed innovativi cantanti del nostro Paese oltre ad essere compositore e interprete di altri artisti.  La sua produzione è un punto di svolta nella storia della musica italiana grazie alla personalizzazione e innovazione della tradizione della canzone melodica. 

Dal connubio con il paroliere Mogol (ma anche successivamente con Rapetti) sono nate canzoni indimenticabili che, dietro l̓apparente romanticismo, celano temi nuovi e inusuali, scottanti e scomodi tanto che all̓epoca molti testi e copertine furono censurati.

Pur facendo ormai parte della storia di ognuno di noi, Battisti rimane ancora poco conosciuto e frainteso sul piano personale.

Militant A, Storie di assalti frontali, conflitti che producono banditi, Derive approdi1999, pp. 205 €     12,00

Questo è un libro adatto a chi è interessato ai movimenti antagonisti, al fine di poter approfondire la storia, per capire meglio il presente. Il testo tratta storie di banditi, narrate in prima persona. Esso, infatti, ripercorre gli universi relazionali dei movimenti antagonisti dagli anni ’80 ad oggi, raccontati nel linguaggio della “strada”. Repressioni, droghe, mancanza d’identità. Di contro al no future punk, l’occupazione e l’autogestione dei primi centri sociali. Un’esistenza concentrata nell’unica solidarietà possibile: quella di “banda”. Di questo contesto storico-culturale, fanno parte la storia di “Onda rossa” e quella di “Attacchi frontali”. “Assalti frontali” è testimonianza di un impegno artistico che corrisponde a un principio etico di limpidezza e spirito rivoluzionario.

Esso rappresenta un caso atipico nel nostro panorama musicale. Esempio, forse unico, di autoproduzione a oltranza e di impegno artistico visto come militanza. Nel racconto di Militant A, si incrociano le storie di tanti, ognuno con il proprio destino. Le storie sono tutte collegate perché fanno parte di un’unica grande storia. La storia di uomini che hanno amato, lottato e odiato.

Nazismo

E. Bertazzo, Il mio diario di prigionia, 1944-1945. Una storia vera, vissuta personalmente dall’autore, Ciesse 2016, pp. 110 €     15,00

Egidio Bertazzo, testimone dell’orrore dei campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale, racconta la sua drammatica esperienza. Nella prima parte del libro l’autore riporta in ordine cronologico gli avvenimenti degli anni 1943-1945, dalla sua partenza per Vercelli nel 63° reggimento di fanteria, alla sua prigionia nei campi di concentramento e di lavoro di Rochlitz, Wansleben e Leipzig-Wahren, fino alla liberazione. Annessa vi è la descrizione delle disumane condizioni di lavoro in fabbriche e nelle miniere sotterranee, degli stenti e delle sofferenze vissuti nei suoi anni di prigionia. 

La seconda parte conta un’ampia raccolta di documenti dell’autore stesso, documenti relativi alle fabbriche dove egli era stato costretto a lavorare e stampe dell’epoca. Una vera e propria testimonianza di vita “per far sì che la storia sia maestra” come scrive l’autore. 

L. Tibaldo, La rosa bianca, Giovani contro Hitler, Claudiana 2014, pp. 215 €     14,90 

Sotto la ferocia del tallone nazista, un gruppo di studenti dell̓Università di Monaco di Baviera distribuisce, tra l̓estate del 1942 e il febbraio del 1943, una serie di volantini firmati “Weise Rose”, incitando il popolo tedesco a ribellarsi al nazionalsocialismo in nome della libertà, della giustizia e della fratellanza tra i popoli. Il nucleo di giovani resistenti cristiani è costituito dai fratelli Scholl, Sophie e Hans, da Alexander Schmorell, Willi Graff, Christoph Probst e dal professor Kurt Huber. I principali esponenti del gruppo furono ghigliottinati nel 1943, ma la loro vicenda resta un fulgido esempio di altruismo e abnegazione, testimonianza di un impegno civile al servizio della dignità umana.

G. Caldiron, I segreti del quarto Reich, La fuga dei criminali nazisti e la rete internazionale che li ha protetti, Newton Compton  2016, pp. 478
        12,90

Ciò che forse colpisce di più in tutte queste vicende che hanno attraversato le contraddizioni e la storia della politica e delle relazioni internazionali dopo la fine del secondo conflitto mondiale, è il fatto che questa «seconda vita dei nazisti» fu, per molti versi, non il frutto di un complotto ordito nelle segrete stanze di questo o quell’apparato di intelligence quanto piuttosto l’esito di scelte politiche precise, il risultato di decisioni assunte più o meno pubblicamente da uomini di Stato e da religiosi, anche se mai rivendicate in seguito. In particolare, si trattò di una delle conseguenze più insidiose della rapida chiusura del capitolo della lotta antifascista che aveva riunito forze e potenze altrimenti contrapposte, nell’obiettivo di sconfiggere il Terzo Reich e i suoi alleati, soppiantato già a pochi mesi dalla fine del conflitto mondiale dall’emergere della Guerra fredda che avrebbe rapidamente trasformato, agli occhi dell’Occidente, i combattenti antico-munisti dei fascismi europei e asiatici in potenziali alleati contro il «pericolo rosso». Districare il filo nero di coperture e complicità che resero possibile l’arruolamento dei nazisti e dei fascisti sconfitti alla causa occidentale o garantirono in ogni caso a questi ultimi di potersi sottrarre alla giustizia, a volte per tutta la vita, significa perciò raccontare una pagina di storia che manca in tutti i manuali scolastici, una pagina strappata della memoria collettiva che però proprio per questo assume il valore di un monito di fronte alla minaccia montante delle nuove destre, del nuovo razzismo e del negazionismo.

No Tav e altri No

A-rivista anarchica, n. 405-marzo 2016 €       4,00

T. Cardosi nell’articolo Un tunnel di problemi si occupa del sotto-attraversamento del Tav di Firenze, una opera inutile, dannosa, costosa, mal progettata e anti democratica.

Fuori binario n. 180-aprile 2016 

                                                     offerta libera

Il Comitato  No tunnel Tav di Firenze è contro la galleria  di 7 chilometri che dovrebbe passare sotto Firenze ed è favorevole al potenziamento delle linee di superficie per  una mobilità sostenibile.

A-rivista anarchica, n. 407-maggio 2016 €       4,00

Questo numero si occupa  del progetto  del ponte sullo stretto di Messina con un articolo di Pippo Gurrieri e un’intervista  a due attivisti di No Ponte.

A-rivista anarchica, n. 408-giugno 2016 €       4,00

L’articolo No Muos con interventi di P. Gurrieri e F. D’Alessandro, parla delle mobilitazioni iniziate a Nisceni nel 2006 che si sono sempre più intensificate e che  hanno dato vita ad un dibattito sulla questione militare, sulla salute e sull’inquinamento che si è spinto oltre Niscemi e oltre la Sicilia.

Mosaico di pace, n. 2-febbraio 2016 €       3,50

L’articolo La valle resiste ancora a cura del Gruppo Cattolici per la vita della valle, fa la storia  di un popolo che difende la propria terra da progetti di devastazione ambientale e di grandi opere.  Il gruppo ha pubblicato anche un libro Il nostro No che si chiede – nella prefazione del libro di mons. Giovanni Ricchiuti – «dove sono finiti il dialogo con la gente che abita quei luoghi, l’ascolto delle opinioni di chi pensa diversamente, la costruzione del futuro attraverso la paetecipazione e la condivisione?».

Mosaico di pace, n. 3-marzo 2016 €       3,50

D. Cacchione in Denegata democrazia, sulla sentenza del Tribunale permanente dei popoli, esprime il suo parere contrario alle grandi  opere  inutili e dannose e dà ragione ai No Tav.
Umanità Nova, 15 maggio 2016 €       1,50

C. Strambi: Un vi si fa fare!, contro il progetto di un nuovo inceneritore alle porte di Firenze nella zona di Sesto Fiorentino, a 18 chilometri dall’inceneritore di Montale, provincia di Pistoia, che già tanto danno ha fatto ed è stato dichiarato inaffidabile dai tribunali di Firenze e Milano.

A. Chiarelli, I ribelli della montagna, Una storia del movimento No Tav, Odoya 2015, pp. 279
      18,00

Un libro obiettivo, che ha il doppio pregio di analizzare, dati alla mano, le ragioni del “no” e di snocciolare nomi, cognomi e processi a carico dei sostenitori del Tav. È il risultato di oltre due anni di ricerche sul campo e una meticolosa raccolta di prove quali intercettazioni, interpellanze parlamentari, atti giudiziari e testimonianze di attivisti, avvocati, poliziotti e tecnici, sintetizzati in un testo attualissimo, utile per capire il futuro della lotta dopo le condanne del maxiprocesso e l’inizio dello sfaldarsi del fronte “Sì Tav”. Un saggio-inchiesta per chiunque voglia approfondire la conoscenza del movimento di lotta più agguerrito d’Italia. Prefazione di Erri De Luca.

L. Mercalli e L. Giunti,
Tav NoTav le ragioni
di una scelta
, Dialogando con ingegneri, medici, sociologi, economisti, filosofi, fisici, naturalisti, geologi, Scienza express 2015, pp. 136
    14,00

Tav sì o Tav no? Scegliere consapevolmente è un diritto-dovere dei cittadini. Per farlo occorre ascoltare voci differenti e approfondire i fattori in gioco. La trattazione scientifica e rigorosa evita prese di posizione ideologiche e si basa su fatti e documenti prodotti da esperti in varie discipline. Questo lavoro analizza dunque, a più voci, gli aspetti economici, sociali, ambientali e dei trasporti del Tav Torino-Lione, per metterli a disposizione di chiunque voglia formarsi un’opinione consapevole al di là di slogan o semplificazioni eccessive.

Pace, guerra e nonviolenza

Adista, n. 9-5 marzo 2016 €       1,00

Riporta un bell’articolo di Luca Kocci per la ricorrenza della sentenza che assolse in primo grado  don Lorenzo Milani  dall’apologia di reato per  aver difeso in una lettera ai cappellani militari il principio dell’obbiezione di coscienza e sostenuto che l’obbedienza non è più una virtù. 

Da notare, per inciso, che al processo di appello il reato si è estinto per morte del reo (nel frattempo Milani era morto) ma Pavolini, il direttore di «Rinascita» che aveva pubblicato la lettera contro  i cappellani militari, fu condannato e quindi implicitamente viene condannato il testo di don Milani. Ancora oggi  la Chiesa e la società non hanno fatto i conti  con don Milani.

Contro i cappellani militari che costano caro allo Stato e servono a ben poco molte sono le riviste che si sono espresse. In  modo particolare mettono in evidenza il caso del cardinal Bagnasco che è andato in pensione a 63 anni e dopo un servizio come cappellano di soli tre anni percepisce un vitalizio di 4000 euro al mese come generale di brigata. I cappellani militari costano allo Stato la cifra di 15 milioni di euro l’anno oltre a 8 milioni di euro l’anno per le sole pensioni elargite.

Alpes,  n. 5-maggio 2016 €       1,80

Ciro Verrati: Cappellani militari e il loro costo.
Adista, n.10, 12 marzo 2016 €       1,00

La rivista pubblica una petizione che chiede l’abolizione della pensione da generale al cardinale Bagnasco e di mettere in discussione tutta la legislazione vigente e la smilitarizzazione dei cappellani militari. La petizione ha superato le 84 mila firme in solo tre settimane e può essere sottoscritta su: www.change.org.

Adista, n.11-19 marzo 2016 €       1,00

A. Mazzeo nell’articolo Libri e moschetto denuncia  il fatto che vengono proposte lezioni agli studenti delle scuole medie sulla  Costituzione affidate a generali e ammiragli, che vengono promossi concorsi spaziali offerti dalle aziende produttrici di sistemi di morte, organizzati seminari e conferenze sulle “missioni umanitarie” delle forze armate, visite alla fabbrica degli F-35 di Cameri. La “buona scuola” di Renzi, Pinotti & soci, è sempre più industria di consenso.

Notes et documents,  n. 32/33-mai/décembre 2015 €       1,80

«Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra». Le parole di Papa Pio XII, pronunciate il 24 agosto 1939, conservano tuttora una stringente attualità, mentre il mondo è alle prese con una “guerra mondiale a pezzi”, come l’ha definita Papa Francesco. Da queste parole prende le mosse la riflessione del Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, nell’intervento che apre il dossier di questo numero. «La guerra è madre di tutte le povertà, una grande predatrice di vite e di anime»: il cardinale cita ancora il Papa per osservare che «in un momento di forte preoccupazione per il moltiplicarsi di tensioni e conflitti in diverse aree del mondo, è urgente promuovere una riflessione profonda e articolata sul tema dell’educazione alla pace». E proprio su questo punto soccorrono l’analisi e l’impegno di Jacques Maritain, poiché l’affermazione di un’autentica cultura di pace non può prescindere dalle radici etiche volte all’edificazione di una comunità internazionale attenta alla convivenza tra i popoli e allo sviluppo integrale dell’essere umano. 

Nigrizia, n. 6-giugno 2016 €       3,00

Da leggere l’articolo di G. Ballarini: 185? vale 0.
La riconversiona armata dell’Italia
, che denuncia l’esplosione delle vendite di armi tricolori che  sono triplicate in un anno e anche I’irrilevanza della legge (185/1990) che impone divieti e trasparenza. Il governo Renzi l’ha tradita dando il benestare a ogni tipo di transazione, specie verso i Paesi in conflitto. 

A-rivista anarchica, n. 405-marzo 2016 €       4,00

Nel dossier Voltare le spalle alla guerra  a cura di C. Pedrazzini, vengono riporate le testimonianze di militari, uomini e donne statunitensi  che a un certo punto hanno deciso di disertare subendo dure conseguenze legali. È una realtà poco pubblicizzata dal militarismo Usa. Alle testimonianze si affiancano scritti di C. Pedrazzini, S. Papi, S. Barenzini, A. Manni e A. Papi.

Qsc-Quaderno di storia contemporanea,
n. 58, 2015 €     13.00

Il numero è dedicato Contro i maestri della guerra e riporta vari articoli interessanti. 

Ne citiamo alcuni: S. Rosso: Dimenticare John Wayne. L’opposizione alla guerra del Vietnam nella letteratura americana; P. Moretti: Vietnam e anni Sessanta. Il movimento per la pace ad Alessandria; S. Belci: Contro la guerra cambia la vita. Tre frammenti del pensiero di Alexander Langer sul tema della violenza; E inoltre propone scritti di tre maestri di pace: Aldo Capitini, Primo Mazzolari e Lorenzo Milani.

Il tetto, n.311, gennaio/febbraio 2016 €     15,00

G. Benzoni nella recensione al volume Uccidere senza odio edito da Angeli, fa interessantissime considerazioni sul volume e riporta esperienze personali.

F. Piva, Uccidere senza odio, Pedagogia di guerra nella storia della Gioventù cattolica italiana (1868-1943), Angeli 2015, pp. 320 

    35,00

Il volume ricostruisce il messaggio educativo sulla guerra divulgato, tra il 1868 e il 1943, dalla più importante organizzazione giovanile del movimento cattolico italiano. 

Proprio in quanto addestrato al combattimento interiore e al ferreo controllo degli impulsi sessuali, il giovane cattolico avrebbe dimostrato di reggere meglio degli altri la fatica di uccidere e la disponibilità ad essere ucciso.

L’immagine del giovane maschio e puro, soldato esemplare, pronto a buona e santa morte, si proiettò a livello politico nell’idea della guerra come purificazione sociale e occasione per rilanciare la cristianità. Questo cammino portò la Gioventù cattolica a sostenere la militarizzazione della società perseguita dal fascismo e a condividere tratti fondamentali della cultura di guerra che sfociò nella catastrofica partecipazione dell’Italia al secondo conflitto mondiale.

Malamente, n. 3-aprile 2016 €       3,00

Inchiesta sulla Benelli  Armi  di Urbino che ha spedito armi all’Egitto e produce il fucile antisomossa M4 S90 utilizzato dalle forze speciali e di sicurezza di numerosi Paesi.

S. Martino, La città inquieta, Ferrari 2015, pp. 270                                                 15,00 

È un romanzo-biografia che porta alla luce la complessità del pensiero di un famoso e importante personaggio: Giorgio La Pira. Salvatore Martino focalizza l’attenzione su questo personaggio politico con il desiderio di tratteggiarne le sfaccettature umane, politiche e sociali: egli non è soltanto il “sindaco santo” di Firenze ma anche l’ambasciatore di una cultura di pace.

S. Rust, Quando la giraffa balla col lupo, La comunicazione nonviolenta in 4 passi, Macro Edizioni 2016, pp 159,                           6,90 

Non a caso questo libro si intitola Quando la giraffa balla col lupo: spiega come ottenere una maggiore libertà interiore, ampliare le proprie possibilità di reazione, avvalersi della libertà di scelta e assumersi la responsabilità. In questa danza, la pacatezza è una preziosa compagna: pacatezza, pazienza e molta empatia nei confronti di noi stessi. La vera meta è il viaggio! 

Questo libro è per chiunque voglia farsi una prima idea di come si può realizzare una comunicazione viva ed efficace, seguendo i quattro passi fondamentali della comunicazione nonviolenta: osservare senza giudicare, ascoltare le proprie emozioni evitando di interpretare, esprimere i propri bisogni invece di cercare di soddisfarli, chiedere invece di pretendere. Il metodo qui proposto è stato appreso dall’autrice da Marshall Rosenber, suo ideatore, noto come mediatore di conflitti. La tecnica in quattro passi della comunicazione nonviolenta serve per raggiungere la pienezza comunicativa della giraffa. 

A cura di V. Stilova, N. Popova e E. Vigna, Noi sotto le bombe, I bambini del Donbass scrivono, Zambon 2016, pp. 90 €     15,00

Nel Donbass fino a oggi si contano 50.000 morti e decine di migliaia di feriti; questa guerra ha anche nei bambini le principali vittime innocenti. Bambini e bambine uccisi, feriti, violentati psicologicamente dagli eventi che vivono intorno a loro, in famiglia o in case ormai distrutte. Il libro è parte di un impegno di solidarietà che il Cisnu insieme al movimento ucraino antiguerra “AntiVoyna” ha progettato per sostenere i bambini del Donbass. 

Il denaro che verrà raccolto attraverso l’acquisto di questo libro sarà devoluto interamente al Progetto Gorlovka, i cui responsabili sono indicati nel progetto riportato in appendice al libro.          

G. Fofi, Elogio della disobbedienza civile, Nottetempo 2015, pp. 91                      7,00 

Il saggio costituisce una riflessione sul tema della disobbedienza civile e della nonviolenza, attraverso il pensiero e le definizioni di altri autori, contemporanei e non. 

Fofi ripercorre la storia dei movimenti di disobbedienza civile da Thoreau a Gandhi, dal ’68 al trentennio berlusconiano, raccontandone la nascita e la crisi, offrendo una mappa a chi oggi voglia ancora resistere. 

Si interroga inoltre sulla differenza tra disobbedienza civile e nonviolenza, sulla via da intraprendere per liberarsi da un potere manipolatorio e coercitivo e la risposta è inequivocabile: “bisogna smettere di obbedire, prima che sia troppo tardi”. “Con l’impazienza comincia un movimento che può estendersi a tutto ciò che veniva precedentemente accettato” diceva Camus e l’autore aggiunge che “è giunto da tempo il momento di dimostrare nei fatti la nostra impazienza”. 

A. Capitini, Attraverso due terzi del secolo omnicrazia: il potere di tutti, a cura di Lanfranco Binni e Marcello Rossi, Il Ponte Editore, pp. 142 €     10,00

È un libro che tenta di far comprendere ai suoi lettori che nella lotta per la libertà, bisogna usare un elemento rivoluzionario; non serve più la violenza, ci vuole passione e attività nonviolenta aperta alla liberazione totale. Il libro tratta prima l’argomento da un punto di vista storico (con il capitolo Attraverso due terzi del secolo) e poi da un punto di vista pratico (con il capitolo Omnicrazia: il potere è di tutti). Altri capitoli affrontano tematiche legate alla nonviolenza, all’organizzazione del potere e alla distribuzione delle ricchezze nel mondo. 

P. Candelari e I. Ciriaci, Guerra pace nonviolenza, 50 anni di storia e impegno, Paoline, 
pp. 210 €     16,00

Guerra giusta o pace giusta? Questa lettura propone un possibile percorso quando la realtà sembra negare la possibilità di una vita pacificata, nel quale la pace diventa un compito per i cristiani ma anche per i laici e le persone di buona volontà. La nonviolenza viene proposta come antidoto alla guerra di civiltà: ciò è possibile grazie al realismo della ragione, unito all’ottimismo della volontà. 

Psichiatria, psicologia psicanalisi

Confronti, gennaio 2016 €       6,00

T. Losavio nell’articolo Superare il manicomio non rinnovarlo prevede il rischio della diffusione sul territorio nazionale di tanti piccoli “nuovi” manicomi,  magari meno  orrendi e violenti di quelli esistenti ma che comunque ripropongono meccanismi di segregazione  e che riaffidano alla psichiatria una funzione di controllo sociale.

Rocca, n. 2-15 gennaio 2016 €       2,70

In Le catene dei malati mentali Pulcinelli scrive delle terribili condizioni in cui vengono tenuti i malati psichici in Africa nei cosìddetti campi di preghiera Jesus is the solution, dove il malato viene tenuto incatenato e in condizioni subumane.

Il sogno della farfalla, n. 1 2016 €     16,00

N. Trevisan: La chiusura degli Opg: quali prospettive terapeutiche?

La chiusura delle Opg (Ospedali psichiatrici giudiziari) nel marzo 2015 è stato un evento storico dato che tali istituzioni esistevano in Italia dal 1930 e sono rimasti invariati anche dopo l’abolizione dei manicomi, con la legge 180. Le nuove strutture che li sostituiscono, il Rems (Residence con misure di sicurezza), sembrano essere ancora in fase di progetto. 

Il numero di pazienti Opg potrebbe avere  ripercussioni gravi sui Csm (Centri di salute mentale).

 L’autore offre una panoramica storica dei concetti di imputabilità e delle misure di sicurezza alla base del sistema Opg. Passa poi a discutere la teoria con la quale i trasgressori malati di mente non sarebbero ritenuti responsabili e pericolosi e considera possibile curare questi pazienti in un periodo di tempo particolare per ogni individuo.

Psicoterapia e scienze umane, n. 1 2016 €     21,00

Prosegue con questo numero il dibattito sullo stato e sulle prospettive della psichiatria italiana iniziato col n. 3 del 2015. Su questo numero gli interventi riguardano la chiusura degli Opg e l’apertura delle Rems. I documenti riportati sono: una dichiarazione del Presidente dell’ordine dei medici di Bologna sull’apertura delle Rems e la chiusura degli Opg; un documento della Società italiana di psichiatria sul rapporto tra cura e custodia; una mozione degli ordini dei medici chirurghi che dichiara che lo psichiatra non è responsabile penalmente dei crimini commessi dai propri pazienti; un articolo di otto psichiatri sul problena del ricovero dei pazienti antisociali ed infine un intervento di G. de Girolamo sulla chiusura degli Opg: Un’altra occasione perduta?

Il grande vetro, n. 121-primavera 2016 €     21,00

Un germoglio di grano dal vento inclinato

Dalla presentazione di Giovanni Commare: «Sul tema della follia, inteso nel senso di malattia mentale, la nostra rivista ha lavorato molto e prodotto materiali importanti, specie nel periodo in cui fu diretta da Luciano Della Mea, che del male di vivere portava le ferite e come impaziente aveva conosciuto gli ospedali psichiatrici e i limiti delle cure. Perciò abbiamo dedicato l’inserto di questo numero a Luciano, pubblicando due suoi interventi e una lettera inedita, ricchi, come sempre, di umanità e di grande lucidità d’analisi. Vi abbiamo aggiunto un ricordo di Romano Masoni sull’esperienza di Aillof/in lingua rovescia che coinvolse un intero territorio sul problema del disagio mentale e diede origine a una omonima collana di pubblicazioni, edite dal Circolo del Pestival in collaborazione con Bertani».

G. Di Petta, Il manicomio dimenticato, Dal diario di un giovane medico, Edizioni universitarie romane 2014, pp. 159 €     20,00

Nel Novecento a metà degli anni Ottanta un giovane medico aspirante psichiatra entra nel manicomio “Il Piantone” – reparto femminile dell’ospedale psichiatrico di Napoli “Leonardo Bianchi” che a dieci anni dalla legge Basaglia conviveva ancora con i suoi tanti pazienti ricoverati perché difficilmente inseribili fuori – e riporta una testimonianza dell’esperienza vissuta. 

Lo scopo è quello di rendere giustizia alle anime perdute, imprigionate nel manicomio e destinate a sparire dal resto del mondo. Sebbene infatti la legge avesse abolito gli Ospedali Psichiatrici, al Piantone tempo e spazio erano ancora fermi mentre i reclusi venivano lentamente dimenticati dalla Storia. 

S. Porcu e B. Furcas, Racconti schizofrenici, vivere la malattia mentale attraverso gli occhi di operatori, pazienti e familiari, Psiconline edizioni 2015, pp. 140 €     14,00

In questo libro gli autori hanno raccolto, attraverso brevi racconti, le storie di persone affette da gravi sofferenze mentali. Attraverso queste storie, gli autori non vogliono solo far conoscere al lettore le varie sfaccettature della patologia schizofrenica ma anche far riflettere sulle situazioni che si verificano quotidianamente in molte famiglie e sulle difficoltà che gli operatori incontrano nel gestire i disturbi dei pazienti.
Gli autori non vogliono che le storie raccontate siano cliniche ed asettiche bensì devono essere lo strumento per superare il pregiudizio riguardo le persone affette da sofferenza psichica.
 

L. Mariangeli, I ching di Ernst Bernhard, una lettura psicologica dell’antico libro divinatorio cinese, La lepre, pp. 143 €     16,00

Ernst Bernhard, psicoterapeuta del XX secolo, fu una figura importante nell’Italia del secondo dopoguerra. Dopo essere stato perseguitato dai nazisti ed aver vissuto dolorose tragedie familiari, egli ha ripreso in mano la sua attività di psicoterapeuta, divulgando nel nostro Paese la psicologia analitica e la cultura mitteleuropea.In questo libro viene pubblicato per la prima volta il commento di Bernhard riguardo I Ching, che fu dettato nel 1959 all’allieva Carla Vasio. Il testo spiega come Bernhard utilizzava il libro divinatorio cinese come aiuto diagnostico per i suoi pazienti. La scrittrice ricostruisce il quadro storico, politico, culturale e filosofico nel quale si svolse la vita di Ernst. 

E. Fachinelli, Al cuore delle cose, Scritti politici (1967-1989), Derive  Approdi 2016, pp. 250                                              18,00

I saggi sono stati scritti tra il 1967 e il 1989, anno della morte di Fachinelli, ed è allora naturale intuire l’importanza di tale raccolta per addentrarsi nel pensiero di uno dei più importanti psicoanalisti italiani, tanto importante da essere indicato, non a caso, da Lacan come suo miglior erede (investitura che, a titolo di cronaca, Fachinelli rifiutò). Il sottotitolo Scritti politici non deve però trarre in inganno: non si tratta di articoli che avevano un ruolo comprimario rispetto alla sua produzione psicoanalitica, ma si tratta invece, come sottolinea Borso nella sua prefazione, di testi importanti per indagare l’analisi più difficile di Fachinelli, quella condotta su un paziente imprevedibile e molto complesso, l’Italia. 

A cura di Lea Melandri, L’attuale inattualità di Elvio Fachinelli, Ipoc 2014, pp.139 €     16,00

È un volume importante non solo per il tenore rigoroso e appassionato dei saggi di M. Fraire, A. Cozzi, F. Fiorelli, R. Màdera, N. Janigro, A. Prete, A. Sciacchitano e della stessa Melandri; l’efficacia e la solidità del testo, apparecchiato per lo studio e l’approfondimento e con una bibliografia più che eccellente e completa, risiedono nel dare conto di un percorso più lungo, complesso che porta a una chiarificazione di alcuni passaggi capitali del pensiero e dell’opera di un intellettuale dissidente, eccentrico e articolato come Fachinelli.  

Elvio Fachinelli (1928-1989), psicoanalista fuori da ogni confine di scuola, ci consegna un’eredità ancora da coltivare. Le sue analisi sulla modificazione dei confini tra individuo e società, natura e cultura, inconscio e coscienza sono pensiero per l’oggi e per il domani proprio per l’originalità di una ricerca che ha contrapposto fin dall’inizio “prospettive impensate” alla “tragica necessità del dualismo”. Convinto che l’«insubordinazione», la “rottura pratica delle regole imposte” fosse “il cuore di ogni politica”, Fachinelli non poteva ignorare gli effetti rovinosi della dialettica che ha spinto gran parte della specie a ricorrere a dicotomie astratte e a mantenerle in vita una volta esaurito il loro valore simbolico. La scoperta dei “nessi” che ci sono sempre stati tra un polo e l’altro – la sostanziale inscindibilità del soggetto umano – delinea, fin dagli anni Sessanta, quello che sarà il percorso inconfondibile della sua avventura teorica e pratica, le nuove strade che veniva proponendo contemporaneamente alla psicoanalisi e all’agire politico.

F. Rossi Menchetti, Il cielo infranto, Quel lungo tunnel della follia, Edizioni universitarie romane 2014, pp.168 €     12,00

Un libro inutile che racconta vicende di tanti anni fa. Siamo negli anni 1974 e “La Nazione” quotidiano padronale difendeva il potere dei baroni della psichiatria che per anni hanno reso la vita di tanti malati un inferno, basta leggere le tante biografie uscite in tutti questi anni e i tanti reporter  fotografici sulla vita in questi ospedali. 

Menchetti è un nostalgico che riporta articoli faziosi per screditare ormai in modo anacronistico certi operatori che sono stati e sono ancora una base fondamentale per operare con i degenti. Se lo Stato non ha fatto il suo compito per aiutare le famiglie con pazienti psichicotici, come non fa nulla neanche con malati di alzheimer o di altri patologie disabiltanti, non è colpa sicuramenre di questi psichiatri né della “lotta di classe” che non c’entra proprio nulla.

G. Colombo, Psichiatria e cinema, Cleup 2016, pp.171 €     16,00 

Dal momento che uno studente gli chiese di organizzare un cineforum dove si potesse trattare temi di psichiatria, Giovanni Colombo, psichiatra e professore presso l’Università di Padova, decise  di prendere spunto da trame cinematografiche per parlare delle malattie mentali. Questa sua decisione lo portò a pubblicare questo libro che ha la funzione di fornire delle conoscenze sia sui temi di psicopatologia sia sui film che meglio li rapresentino.

Salute e malattia

Osho times, n. 228-maggio 2016 €       5,00

Numero dedicato in gran parte al suono e al suo potere meditatito e curativo: le campane tibetane, uno strumento di guarigione molto pratico, immediato e utilizzabile da chiunque.

E. Cecchele, La ragazza di stecco e mele, diario di una guarigione, Cleup 2015, pp. 88    

    10,00

È il diario tenuto dall’autrice durante il periodo in cui ha sofferto di anoressia e bulimia. La forza di questo libro risiede proprio nella sua forma: leggiamo le parole di questa – all’epoca – adolescente ed è come se ascoltassimo la sua voce che ci parla senza filtri; siamo a diretto contatto con la sua fragilità, il suo dolore, i suoi pensieri. È una storia di malattia e guarigione che infonde molta speranza perché mostra la luce che può nascere dal buio e afferma che la salvezza che all’inizio sembrava irraggiungibile può invece essere conquistata, pur con estrema fatica. In questo racconto troviamo la consapevolezza e l’accettazione della malattia e, una volta superata, perfino la gratitudine verso di essa, per aver creato una persona migliore. Da questa esperienza vissuta e narrata in prima persona impariamo che anche se non ci accorgiamo subito dei nostri errori non è mai troppo tardi per porvi rimedio e possiamo in qualunque momento iniziare a farci del bene e chiedere aiuto. 

A cura di E. Gattico, S. Bonanni, G. Ferrari, Bile nera, Nove saggi sulla malinconia, Prefazione di E. Borgna, Dalla costa 2013,
pp. 271 €     18,00

Questa raccolta di saggi nasce dal lavoro di dieci coautori del libro che affrontano il tema della malinconia, analizzandolo e interpretandolo sotto vari punti di vista.  Nella prefazione del testo, lo psichiatra Eugenio Borgna distingue la malinconia come stato d’animo dalla depressione. Borgna ci insegna che esistono varie forme di malinconia, con cui possiamo convivere tranquillamente o in cui possiamo “inciampare” durante il nostro cammino. 

Il compito di ogni essere umano è cercare di capire il messaggio che ci trasmette la tristezza, legata al tipo di malinconia che viviamo, al fine di trarne insegnamento.

B. Medele, Sbroglia il tuo disordine, fai spazio ai tuoi sogni, Iacobelli 2013, pp. 191 €     14,00

“La sicurezza la dobbiamo cercare avendo fiducia nelle nostre capacità di affrontare le situazioni della vita”… Queste le parole con cui Brigit Medele ci insegna, attraverso questo testo, a lasciar andare le cose, le relazioni, i pensieri, per fare pulizia dentro di noi per avere maggiori possibilità di successo in ogni area della nostra esistenza.

C. Vasey, Antinfiammatori naturali, Prevenire e curare in modo efficace, senza effetti collaterali, Il punto d’incontro 2016, pp. 190 €     11,90

I farmaci antinfiammatori sono tra i più venduti. Tuttavia i prodotti di sintesi presentano numerose controindicazioni, con effetti anche pesanti su stomaco, fegato e reni. Privi di controindicazioni e non gastrolesivi, i rimedi illustrati da Christopher Vasey costituiscono soluzioni valide ed efficaci. Molte piante medicinali ntervengono sui meccanismi e sulle cause che provocano l’infiammazione dei tessuti. Il volume descrive in dettaglio le piante medicinali più utili, spiega come utilizzarle e valuta se sono ormonali, non ormonali o antistaminiche. 

G. Policardo, Desideriologia, La Scienza della Vita, Spazio Interiore 2016, pp. 187   

    16,00

Policardo si propone con quest’opera di aiutare le persone a desiderare correttamente e a sfruttare al meglio la  forza materiale che possiedono. Spiega il funzionamento del desiderio, le sue cause e da cosa nasce questo impulso. Cita il suo maestro Bert Hellinger, riporta un’intervista di Jung e dedica un capitolo al personaggio di Willy Wonka, con rimandi ai miti e all’alchimia. Analizza bisogno e coscienza, colpa e paura, tratta il tema del rapporto con i genitori e con il cibo, porta esempi tratti dalla fisica dei quanti.  L’autore parla anche di quello che può ostacolare il desiderio, tramite aneddoti tratti dalla sua esperienza personale e casi di persone che ha avuto come pazienti. Il libro offre una nuova prospettiva illuminante e rassicurante che stravolge il modo comune di osservare la vita e vuole aiutarci ad avere un rapporto sano con noi stessi. 

Scienza

Rocca, n. 11-giugno 2016 €       2,70

Con Potenziamento cognitivo quale uomo?
P.aolo Benanti, termina la sua ricerca sull’avvento del Cyborg. Gli articoli già pubblicati si trovano sui numeri: n. 5-2016, Il pensiero post-umanista; n. 6-2016, L’avvento del cyborg: verso una nuova umanità; n. 7-2016, L’intelligenza artificiale; n. 8-2016, Un essere sovversivo; n. 10-2016, Il dibattito etico.

n+1, n. 38-dicembre 2015 €       5,00

Il numero è dedicato alla  teoria della conoscenza attraverso la quale fondare previsioni oggettive sul rapporto uomo-macchina. Gli articoli sono: Fare, dire, pensare, sapere. Corollari alla teoria rivoluzionaria della conoscenza; Dalla necessità alla libertà affronta il tema del rovesciamento della prassi: l’uomo fa cose approssimate e su queste costruisce la teoria da cui riparte per ritornare a operare ma questo porta alla paura di creare oggetti non più controllabili  ma forse in grado di controllarci.

Umanità nova, 37-novembre 2015 €       1,50

È da segnalare l’interessante articolo di Iker Dobarro del Moral: Scienza, filosofia della scienza e anarchismo. Strumento di dominio o di liberazione?

Adista documenti, n. 29 settembre 2015 Abbonamento annuo €     70,00

Gli articoli di C. Beorlegui: Il futuro della mente umana; e C. Blanco: La libertà umana nel quadro della neuroscienza, si interrogano sulla possibilità che le macchine intelligenti del futuro prendano il sopravvento su di noi con la capacità di prevedere la scelte degli individui tramite il genoma umano per arrivare a diventare degli automi, svuotati di vita interiore e di dovere morale.

C. Oana Curceanu, Dai buchi neri all̓adroterapia, Un viaggio nella fisica moderna, Springer 2013, pp. 320 €     25,00

Questo libro ci conduce in un viaggio affascinante attraverso i misteri della fisica moderna e delle sue tantissime ricadute nella società, presentando anche le ultime ricerche attuali.

La fisica ci spiega cosa succede nell̓atomo ma anche nell̓universo, un mondo che va dal miliardesimo di miliardesimo di metro a una decina di miliardi di anni luce! Abbiamo una spiegazione razionale non soltanto a domande del tipo “Di cosa è fatto il mondo?”, ma anche a domande molto più difficili: “Come è nato l̓universo e come potrebbe evolversi?”.

Il libro inizia con una presentazione della fisica moderna e dei suoi pilastri. Una seconda parte è dedicata alle ricadute della fisica moderna sulla nostra società. Nell̓ultima parte si parla di misteri e di futuro. 

V. Silvestrini e B. Bartoli, La grande avventura della fisica, Da Galileo al bosone di Higgs, Carocci 2015, pp. 314 €     19,00 Il libro racconta le leggi fondamentali della fisica – dall’elettromagnetismo alla relatività, dalla termodinamica alla meccanica quantistica e alle particelle elementari – che sono state elaborate dalla comunità scientifica dai tempi di Galileo, inventore del metodo scientifico, fino ad oggi. Teorie bellissime per eleganza e rigore, monumenti al genio umano e pietre miliari della nostra civiltà. Il libro propone alla fine di ogni capitolo una appendice per i lettori più esigenti con spiegazioni più articolate e formule, mentre per i più pigri, si possono saltare le formule e seguire abbastanza agevolmente il testo.

G. Dante Guerra, L’origine della vita, Il “caso” non spiega la realtà, D’Ettoris 2016, pp. 113
    12,90

Galileo diceva che la Bibbia indica come si va in cielo, non che cosa c’è in cielo. Lo stesso si dovrebbe dire di questo libro. L̓autore attacca con forza l̓«abiogenesi», la nascita spontanea e casuale della vita sulla Terra, l̓origine della vita da semplici composti chimici presenti nell̓universo e si meraviglia di come questa teoria sia accettata e divulgata come scientifica. Affronta poi il tema della possibilità di creare “vita artificiale”, concludendo che la vita non può che essere un atto creativo. Non si sa come è nata la vita ma come si fa ad affermare che è stato un atto creazionista? Il volume che contesta come non scientifici i ragionamenti  degli evoluzionisti non ci dice nulla di scientifico. Ancora tanto c̓è da scoprire e nessuna conclusione può ancora essere fatta. Sicuramente la vita sulla Terra ha subito un lungo processo durato millenni ed ancora si sa molto poco su questo, ma come esser certi che sia un atto creazionista che è contro ogni logica scientifica e sperimentale? Allora o si è scienziati o si dice semplicemente che siamo credenti.

B. Sweetman, Religione e scienza, Una introduzione, Editrice Queriniana 2014, pp. 272    

    25,50

Il volume contiene una premessa all’edizione italiana di Andrea Aguti. Quando si  parla di scienza, di universo, di corpo umano, spesso non si è distanti da temi etici scottanti, ma anche da questioni ultime come la natura dell’universo, il senso dell’esistenza umana, la salvezza, a Dio. Tanto la religione quanto la scienza apportano oggi un contributo decisivo in molteplici aree del nostro vivere, sovrapponendo le loro prospettive e generando ampi dibattiti. L’autore riassume brillantemente la storia del rapporto tra religione e scienza fino alla contemporaneità; dimostra una eccellente maestria nello spiegare questioni di grande interesse per noi, dottrine religiose e teorie scientifiche, che risultano accurate e di facile comprensione. In particolare, Sweetman prova che il rapporto tra scienza e religione può essere di tipo cooperativo, piuttosto che conflittuale: può e deve svilupparsi in termini di dialogo, portando quei due ambiti dell’umano a reciproco rispetto e mutua collaborazione. 

L. Borzacchini, Il computer di Platone, Alle origini del pensiero logico matematico, Dedalo 2005, pp. 509 €    22,00 

Tutta la parte centrale del libro si propone di ricostruire la storia della logica e della matematica greca classica esplorando il metodo assiomatico-deduttivo e la dimostrazione per assurdo, la dottrina della scienza aristotelica e la gestione dei paradossi, l’evoluzione del concetto di numero, l’infinito, il continuo e l’incommensurabilità. Negli ultimi capitoli si analizza il formarsi del “soggetto della conoscenza”, l’anima, come passo fondamentale del paradigma sintattico, e poi si cerca di applicare la stessa chiave di lettura alla filosofia, logica e matematica cinese per un’analisi comparata. In definitiva nel libro si delineano i primi passi del “pensiero formale” nell’antichità come destinato a diventare il segreto motore della scienza e della civiltà europea, lasciando intravedere alla fine della storia, nel computer, la sua ragion d’essere.

L. Borzacchini, Il computer di Ockham, Genesi e struttura della rivoluzione scientifica, Dedalo 2010, pp. 650 €    26,00 Quando facciamo operazioni matematiche o dimostrazioni logiche, o quando il computer esegue un algoritmo, tutto accade in un mondo di segni, dei quali non c’è bisogno di capire il significato ma solo le regole con cui essi si possono manipolare. È questa l’antichissima abilità umana che chiamiamo “rappresentazione sintattica”, di cui il XX secolo ha segnato il trionfo. Farne la storia in fondo vuol dire guardare la storia della cultura dall’interno di un computer. E sperare che questo ci permetta di capire meglio tutta la storia, anche antica, della scienza, che nella sua forma moderna si delinea nel XVII secolo, in quella che chiamiamo Rivoluzione Scientifica. Oggi siamo abituati a considerarla erede e continuazione della scienza greca, nonché frutto del buon senso pratico, della tecnica industriale e del pragmatismo. Nel Medioevo e nel Rinascimento nasce l’Europa moderna. Non solo si dissolve la scienza antica ma si delineano anche i caratteri della nostra irrevocabile “scienza di segni”.

L. Borzacchini, Il computer di Kant, Struttura della matematica e della logica moderna, Dedalo 2015, pp. 585 €    26,00 Quasi seicento pagine dense di idee e discussioni critiche, di ricostruzioni storiche, di conquiste nel regno dell’infinitamente piccolo (gli infinitesimi, il calcolo differenziale) al fine talvolta puramente speculativo di avanzare nel processo di astrazione matematico oppure anche di riuscire a comprendere la realtà fisica e fenomenica dell’infinitamente grande, dell’universo, di tutto ciò che c’è tra le minuscole particelle elementari e le gigantesche galassie e, in ultima analisi, di tutto ciò che ci fa provare soggezione davanti alla solennità dei numeri.
 

U. Bottazzini, Numeri, Raccontare la matematica, il Mulino 2015, pp. 202 €    14,00

C. Toffalori, Algoritmi, Raccontare la matematica, il Mulino 2015, pp. 203 €    14,00 

A. Guerraggio, Con la testa tra le nuvole?, Il mestiere del matematico, il Mulino 2016,
pp. 187 €    14,00

«Che strana scienza la matematica, e che sciocchezza occuparsene» scriveva Dostoevskij in una lettera al padre nel 1839. 

Esoterica e segreta, perfetta ed elegante, per molti in realtà astrusa e piena di enigmi; ma il mondo è matematico, lo avevano capito bene già i Greci, consapevoli che solo attraverso formule e teoremi si poteva accedere alla comprensione del mondo. Questi libri raccontano la matematica come alfabeto del mondo, in un approccio che unisce aspetti filosofici e umanistici, e ne mostra i legami con la storia del pensiero. 

G. Israel, La matematica e la realtà, Capire il mondo con i numeri, Carocci 2015, pp. 155

    15,00 È sempre più diffusa la convinzione che la matematica sia lo strumento principe per analizzare e prevedere ogni aspetto della realtà, e questa visione è diventata tanto influente per il ruolo centrale che la matematica ha assunto negli sviluppi recenti della fisica e della tecnologia. L’autore spiega come viene usata la matematica nella versione più recente della costruzione di modelli. Traccia poi il percorso storico che ha condotto dall’idea di Galileo che il mondo è scritto in linguaggio matematico fino alla contemporanea modellistica matematica. Infine descrive le problematiche più recenti – tra cui il tema della “ragionevole” o «irragionevole” efficacia della matematica e il ruolo del calcolatore nella ricerca scientifica.

N. Pagnoncelli, Dare i numeri, Le percezioni sbagliate sulla realtà sociale, Edb 2016, pp. 99
    10,00

Un’indagine condotta in 33 Paesi su un campione di oltre 25 mila individui consente di misurare le percezioni dei cittadini su aspetti sociali, demografici ed economici. 

Per esempio gli italiani valutano alcune cose o sovradimensionandole o svalorizzandole a seconda di particolari convinzioni, per esempio il numero dei disoccupati è sovrastimato ed è invece sottostimato il numero di donne che sono impegnate in politica.

N. Pagnoncelli, Le mutazioni del signor Rossi, Gli italiani tra mito e realtà, Edb 2016, pp. 210
    16,00 Un’analisi di come dagli anni Settanta a oggi è cambiato il rapporto fra l’italiano medio e il mondo che lo circonda, in particolar modo quello generato o influenzato dalla pubblicità, dai mass media, dalla politica e dalle nuove tecnologie. L’intervento di Pagnoncelli  parte dai dati concreti per raccontare i cambiamenti di abitudini e di pensiero (nel bene e nel male) del Signor Rossi relativamente a vari aspetti della società così come la viviamo, spesso senza capire o senza rendercene conto.

R. Bartra, Antropologia del cervello, La coscienza e i sistemi simbolici, Editpress 2014, pp. 190 €    20,00

Questo libro espone, dal punto di vista di un antropologo, gli straordinari progressi della scienza che si dedica a esplorare il cervello, organo in cui neurologi e psichiatri ritengono che risiedano i processi mentali.

Questo saggio vuole perciò essere un viaggio antropologico all’interno del cranio, alla ricerca della coscienza o di una traccia nelle reti neuronali. Con la pubblicazione di quest’opera, l’autore ritiene di aver riunito gli elementi sufficienti per presentare un saggio sperimentale ed esplorativo su uno dei più grandi enigmi che affronta la scienza in questo campo. (dalla quarta di copertina)

M. Le Van Quyen, Il potere della mente, Come il pensiero agisce sul nostro cervello, Dedalo 2016, pp. 199 €     16,00 L’epistemologia contemporanea ha mostrato le condizioni di possibilità di una relazione tra pensiero e materia. Sul piano ontologico, è banale osservare che la verifica di questa stessa ipotesi è alla portata di mano di chiunque: basta recarsi nella prima corsia d’ospedale per accorgersi che i medici incoraggiano i pazienti a tenere alto il proprio umore, perché questo contribuisce significativamente al processo della guarigione. 

Gli stessi medici sperimentano (e utilizzano con grande successo) l’efficacia del placebo sul benessere dell’organismo fisico. Con puntualità da scienziato e chiarezza da divulgatore, Michel Le Van Quyen – dirigente medico parigino e studioso di neurofenomenologia allievo di Francisco Varela (fondatore con il Dalai Lama delle conferenze Mind and life) – offre uno studio importante dal punto di vista del metodo almeno quanto da quello dei risultati: perché mostra l’irrinunciabilità di un approccio interdisciplinare a problemi di questo livello di complessità.

P. Boulez, J-P. Changeux e P. Manoury, I neuroni magici, Musica e cervello, Carocci 2016, pp. 214 €     19,00 Jean Pierre Changeux, neurobiologo di risonanza internazionale, assieme ai compositori Pierre Boulez e Philippe Manoury, nella apparente sommarietà di una sorta di dialogo-dibattito a tre, si fa carico di istruire un ambizioso tentativo: sistemare i rapporti tra le neuroscienze e la musica. L̓obiettivo iniziale è di tentare di verificare se le scoperte scientifiche (nel caso in questione, la visualizzazione del sistema nervoso del cervello) e lo studio delle relazioni in base alla sua principale fonte di investigazione, il neurone) possano essere confermate dall’esperienza dei compositori e dei musicisti. 

A. Piombino, Il meteorite e il vulcano, Come si estinsero i dinosauri, Altravista 2015, pp. 261
    23,00 La scomparsa dei dinosauri è certamente all̓origine dell̓evoluzione dei primati e quindi dell’uomo. Questo libro di Aldo Piombino, anche se in versione discorsiva e divulgativa, è un contributo importante per la conoscenza della storia naturale dei vertebrati e delle vicende geologiche ed astronomiche ad essa connessa.

Il volume letto da giovani delle scuole superiori potrà farli riflettere su aspetti differenti del futuro dell̓umanità e indurli a investire in potenziali innovazioni che riducano il rischio di “presta” estinzione della nostra specie.

A. Calanchi, Alieni a stelle e strisce, Marte e i marziani nell’immaginario Usa, Aras 2015, pp. 346 €     28,00 L’intento di questo volume, che traccia un lungo percorso da Keplero a Tim Burton, passando per Percival Lowell, Orson Welles, Ray Bradbury e il protofemminismo, è di esplorare i molteplici percorsi attraverso i quali la letteratura e il cinema americani hanno creato e tenuto vivo il fenomeno marziano, ivi comprese la tematica dell’alterità, la sindrome da invasione e l’impatto dei media.

Nel corso del tempo i marziani sono stati assimilati prima ad angeli protettori, poi ai comunisti, poi a terroristi spaziali; infine, da quando abbiamo avuto le prove che Marte è disabitato da tempo, l’immaginazione ha creato nuove storie di archeologia spaziale, di catastrofi ecologiche o nucleari che da un lontano passato si proiettano sul nostro futuro. Ma il fascino del Pianeta Rosso rimane, e anzi la sua attrazione per le nostre fantasie e i nostri progetti è in continua crescita. 

M. D’Incalci e L. Vozza, Come nascono le medicine, La scienza imperfetta dei farmaci, Zanichelli 2015, pp. 229 €     13,50

Su 14000 diverse confezioni di medicine solo una minima parte elimina la causa della malattia, la stragrande maggioranza elimina o si occupa dei sintomi.

Il libro è di facile lettura e fa la storia di alcune medicine. Parla anche di come si crea un farmaco, come si testa, gli effetti collaterali, la specificità dell’individuo e la risposta al farmaco, la sperimentazione, l’industria  farmaceutica e le sue colpe come nel caso specifico della pubblicizzazione dei  farmaci per la menopausa, farmaci ormonali, che hanno provocato malattie cardiovascolari, cancro, demenza per una malattia inesistente ma tanto utile all̓ industria che ha  venduto un numero enorme di farmaci a donne che si sono sottoposte a questa terapia ormonale. 

F. Capra e P.L. Luisi, Vita e natura, Una visione sistemica, Aboca 2014, pp. 606 €     34,00 

Ancora oggi nel mondo scientifico manca la consapevolezza del fatto che i fenomeni naturali non possono essere “svelati” ma solo approssimativamente conosciuti. Come descritta da Fritjof Capra e Pier Luigi Luisi in Vita e Natura. Una visione sistemica, la vita è una rete di configurazioni di relazioni complesse e inseparabili per cui la comprensione del singolo fenomeno non può prescindere dalla comprensione dell’intero ecosistema in cui ha luogo. 

È per questo motivo che, dopo secoli e secoli di evoluzione e avanzamenti scientifici, tutt’oggi non risulta facile rispondere alla domanda “Cos’è la vita?”. Essenzialmente la vita è condivisione e questo è dimostrato dal fatto che, come dice Margulis citato nel libro, la vita non si è radicata sul globo combattendo ma facendo rete. 

Infatti, molte delle risposte non si possono trovare affidandosi esclusivamente al metodo scientifico ma è necessario un approccio di tipo sistemico in grado di riflettere su connettività, relazioni e contesti oltre che proprietà e funzioni delle singole parti. 

La disciplina che rispecchia al meglio la visione sistemica della vita è l’ecologia, la quale riconnette le scienze della vita con le scienze della Terra e studia l’interazione degli organismi tra loro e con l’ambiente circostante.

Una caratteristica chiave della visione sistemica della vita è infatti la non-linearità: tutti i sistemi viventi sono reti complesse, cioè altamente non-lineari; e ci sono innumerevoli interconnessioni tra la dimensione biologica, cognitiva, sociale ed ecologica della vita. 

È dunque naturale che un quadro concettuale che integri queste molteplici dimensioni debba riflettere  l’intrinseca non-linearità della vita. 

(da: www.greenews.info/rubriche/vita-)

Sessualità

Non credo, n. 39-gennaio/febbraio 2016 €       8,00

P. D’Arpini in Religione, sessualità e mortificazione della donna esamina la sessualità e la condizione femminile come è stata espressa nella matrice giudaica e quindi negli altri due credi che ne derivano: quello cristiano e quello musulmano. Nel numero precedente l’autore aveva mostrato come la sessualità e il femminismo sono parte integrante dell’induismo.

AeP, adolescenza e psicoanalisi, n. 2-novembre 2015 €     18,00

Sessualità 

I lavori presenti in questo numero trattano alcuni temi della sessualità in adolescenza; mette a fuoco alcuni aspetti cruciali ripercorrendo i passaggi essenziali dello sviluppo psicosessuale e le principali articolazioni tra sessualità infantile e pubertaria.

Completa il numero il racconto delle esperienze cliniche di vari autori.

A-rivista anarchica, n. 401-ottobre 2015 €       4,00

Porno e libertà con saggi di M. Lanfranco e W. McElroy e una intervista di M. Salsi a M. Ferrero. Un confronto tra le diverse opinioni di un’attivista femminista italiana, una femminista canadese e una intervista di M. Salsi a una lavoratrice del porno, Marika Ferrero, dal titolo Ma il sesso è un’arma rivoluzionaria perché liberarsi dalle sovrastrutture può farci progredire anche sul piano socio-politico.

L’invito, n. 241-autunno 2015 €       6,00

Riporta parte degli interventi al convegno organizzato a Trento dal Museo Storico sul tema: La sessualità e la famiglia, dal Concilio al Sinodo. Gli interventi sono di S. Bert, P. Cattani, A. de Riccabona, L. Rossi, G. Codrigani, G. Camertoni.

Itinerari, n. 3-luglio/settembre 2015 €     10,00

La differenza dell’amore

Il nucleo del presente fascicolo è costituito dal ciclo Stesso sesso, stesso amore, famiglia differente?, dedicato alla dignità e al valore delle relazioni fra persone del medesimo sesso in un̓ottica cristiana, tenuto a Torino presso la sede del Gruppo Abele. 

Dopo l’introduzione di M. Scarnera gli articoli sono: P. Rocco: Minoranze e minoranze. Una premessa; G. Gnavi: Presentazione; G.L. Carrega: Quanto sono tradizionali le famiglie della Bibbia?; R. Repole: Dono: fonte di relazione unilaterale o reciproca?; P. Mirabella: La qualità dell’amore di coppia: c’è amore e amore?; L.M. Negro: Sotto il segno della benedizioine: l’esperienza delle Chiese protestanti; F. Ceragioli: La rivelazione dell’amore e la fede nell’amore; M. Scarnera: Sperimentare l’amore con la libertà del Vangelo; E. Segatti: Le religioni non cristiane rispetto all’omosessualità; R.D.Williams: La grazia del corpo.

L. Vantini, Genere e, Messaggero 2015, pp. 109
    11,00 Queste pagine si addentrano nel discorso allo scopo di fare chiarezza sulla parola genere  mostrando da dove proviene questa categoria, a quali domande intende rispondere, quali intenzioni essa racchiuda e, soprattutto, che cosa accade quando la si adopera nelle diverse discipline o contesti. Si scopre così che i pensieri “di genere” non possono essere facilmente scambiati per un invito a dimenticarsi dei corpi, e che sono portatori di una domanda essenziale: quali modelli di maschilità e di femminilità abitano la nostra cultura?

M. Marzano, Papà, mamma e gender, Utet 2015, pp. 151 €     12,00 Le discriminazioni e la violenza contro le donne e le persone omosessuali e transessuali sono oggi, almeno a parole, unanimemente condannate in Italia. Una frattura profonda divide invece il Paese quando si discute dei mezzi per combattere questi mali. Al centro del durissimo dibattito c’è la cosiddetta “teoria del gender”. Da un lato, i sostenitori sentono tutta l’ingiustizia di una società in cui una persona può ancora essere considerata inferiore a causa del proprio diverso orientamento sessuale, del proprio sesso, della propria identità di genere, dall’altro, gli oppositori vedono nella teoria
una pericolosa deriva morale, il tentativo di scardinare i valori fondamentali del vivere umano.

D.J. Torres, Pornoterrorismo, Malatempora 2014, pp. 181 €     15,00 Si tratta di  una critica spietata all’ipocrisia, una negazione radicale della censura e dell’autocensura, un grido per il diritto di ognuno a godere come preferisce del proprio corpo e della propria sessualità, una denuncia al conformismo e, soprattutto, un’apologia estrema della libertà. 

Le esperienze narrate in prima persona fanno di queste pagine un documento unico. A cavallo tra la biografia e la filosofia, l’autrice propone una profonda riflessione sul sesso, la morale e la politica… e ci fa conoscere un modo particolare di essere e di vivere. Perché il pornoterrorismo è qualcosa che batte, che gocciola, un impulso fatto di desiderio e immaginazione. Un “attentato” contro le convenzioni. Un atto “terrorista” contro le norme. 

Teoria politica

Il margine, n. 1/2-2016 €       5,00

Le speranze la paura l’utopia 

A 500 anni dalla pubblicazione del libro di Thomas More Utopia, la rivista pubblica alcuni degli interventi proposti nel corso della giornata di presentazione a Trento ed altri testi che alcuni collaboratori hanno voluto scrivere.  Gli interventi di questo numero sono: F. Ghia: La lettera e lo spirito. Rileggere oggi Utopia di Thomas More; L. Guardini: La mia traduzione dell’isola di Tommy; S. Zucal: L’utopia della nascita; M. Farina: L’utopia della tenerezza; P. Cattani: L’utopia della “guarigione”;
G. Colombo: Il bel corpo; P. Caroli: Joan Baez, usignolo utopico; P. Ghezzi: Animal Farm;
E. Curzel: L’utopia senza umanità; P. Miorandi: Alfabeti della sopravvivenza. A proposito del Lessico di Hiroshima; P. Marangon:
La rivoluzione gentile; G. Antoniacomi: Dietro alle cose, la promessa.

Trotskismo oggi, n. 5-marzo 2014 €       5,00

Con questo numero F.rancesco Ricci ripercorre la storia delle quattro internazionali. La rivista pubblica la prima parte di un testo inedito di Trotsky, scritto nel 1939: un testo di grandissima attualità basilare per formulare una critica della società e dell̓economia odierna.

Lo straniero, n. 169-luglio 2014 €     10,00

In ricordo di Vittorio Rieser personaggio esemplare nella storia del movimento operaio nella seconda metà del Novecento, un ritratto di G. Fofi e su un suo recente saggio: Riflessioni senili a ruota libera su crisi del capitalismo e crisi della sinistra, due note di G. Mottura: Al tempo dei «Quaderni Rossi» e F. Ciafaloni: Amici e compagni. 

P-J. Proudhon, Proudhon si racconta, Autobiografia mai scritta, Zero in condotta 2016, pp. 81 €     10,00 Questa Autobiografia si basa su lettere e testimonianze  e fornisce un quadro d’insieme della vita di questo instancabile critico della borghesia e del potere, autore di quelle parole, «la proprietà è un furto», che da sole contengono la forza di una rivoluzione.
A cura di S. Petrucciani, Storia del marxismo, I. Socialdemocrazia, revisionismo, rivoluzione (1848-1945), Carocci 2016, pp. 272 €     17,00

A cura di S. Petrucciani, Storia del marxismo, II. Comunismo e teorie critiche nel secondo Novecento, Carocci 2016, pp. 220 €     17,00

A cura di S. Petrucciani, Storia del marxismo, III. Economia, politica, cultura: Marx oggi, Carocci 2016, pp. 238 €     17,00 Obiettivo dei tre volumi della Storia del marxismo è tracciare una mappa delle molte avventure di pensiero che, a partire dal 1883, anno della morte di Marx, si sono dipanate prendendo le mosse dalla sua eredità. Ripercorrere quasi un secolo e mezzo di storia intellettuale, come i tre volumi cercano di fare, può essere utile anche per contestualizzare ciò che di nuovo si viene scoprendo, attorno alle questioni marxiane, nella ripresa di studi su Marx alla quale assistiamo da qualche anno. (dal risvolto)

V. Serge, Germania 1923, La mancata rivoluzione, In appendice: Karl Radek, Paul Frölich, Arthur Moeller van den Bruck, Ernst Reventlow: Comunismo e movimento nazionale. Schlageter. un confronto. Con un saggio introduttivo di Corrado Basile, Graphos 2003,
pp. 573 € 42,00 Gli scritti di Victor Serge, rivoluzionario russo a Berlino sotto mentite spoglie, rimangono un

documento storico d̓importanza incalcolabile per comprendere la situazione politica, economica e sociale della Germania uscita sconfitta dalla prima guerra mondiale. Dopo il fallimento delle rivoluzioni del 1918-19 a Monaco, Amburgo, Berlino ecc. conclusesi con la tragica morte di Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg, l̓occupazione della Ruhr, il crollo senza precedenti dei salari dei lavoratori, il proletarizzarsi di gran parte della classe intellettuale e piccolo borghese spinse una fetta ampia della società tedesca, più o meno cosciente, a mettere in conto una vera e propria Rivoluzione socialista che guardasse anche all̓apporto diretto di una Russia sovietica più vicina dopo il Trattato di Rapallo che poteva trovare nel proletariato tedesco, «il più avanzato del mondo», il miglior alleato contro il sistema capitalistico internazionale che la cingeva ancora d̓assedio, anche se non più militarmente.

Serge, con dati economici e politici alla mano, dimostra come il miglior alleato della grande borghesia tedesca, prima responsabile della guerra e che dall̓occupazione della Ruhr da parte delle truppe francesi aveva tutto da guadagnare, risultò essere la socialdemocrazia stessa compreso il comportamento vile della sua ala sinistra, che non solo paralizzò la voglia d̓azione di milioni di lavoratori e disoccupati ma addirittura con i vari governi locali e con quello nazionale represse le sollevazioni e le proteste portando il sangue di migliaia di operai uccisi nei primi anni del dopoguerra come lettera di referenza utile a rimanere al governo anche se al servizio di quella grande borghesia fondiaria, industriale e finanziaria che a parole veniva disprezzata. Quella stessa borghesia, sostenuta dai vari governi, che non volle pagare i debiti di guerra e che colse invece l̓occasione del crollo del marco per rapinare l̓intera economia tedesca.

La speranza di una rivoluzione nel 1923 s̓infranse però anche contro il pericolo di una Reichswehr, l̓esercito tedesco, sempre più nera e sostenuta da formazioni paramilitari eredi dei Freikorps antirivoluzionari che i governi di vario colore utilizzarono come baionetta contro i “ross” e in particolare negli Stati della Turingia e della Sassonia dove esponenti del Partito comunista tedesco (Kpd) erano entrati nei governi dei Land orientandoli verso la via socialista.

Dall̓esterno i nemici più grande si rivelarono la grande industria e la grande finanza dell̓Intesa, in particolare francese, che potettero contare sulla collaborazione attiva della grande borghesia tedesca pronta anche ad una secessione della Renania purché non andasse persa la propria ricchezza materiale.

Serge mostra quindi la disperazione del proletariato tedesco pugnalato alla schiena da quella socialdemocrazia che aveva già permesso nel 1914 la corsa verso il macello mondiale delle trincee e la lotta cosciente e disperata dei comunisti che si ritrovarono da soli a fronteggiare il nemico di sempre e i traditori delle aspirazioni proletarie.

Sullo sfondo la presenza di una Rivoluzione russa che aveva già nella sua allora breve esistenza numerosi eventi tragici che si pensavano ormai definitivamente conclusi e che quindi ricoprisse il ruolo di rampa di lancio per un futuro roseo di un proletariato che tuttavia non poteva permettersi errori e manchevolezze, pena il sanzionamento della sua schiavitù.

Le analisi e le riflessioni di Serge mettono in evidenza la profondità e l̓intensità del suo pensiero che con gli occhi di un lettore del ventunesimo secolo paiono parlare anche della propria epoca. Un mondo dove il capitalismo pare inarrestabile e dove chi, a parole, si fa erede del passato socialista o addirittura comunista, sembra ricoprire lo stesso ruolo opportunista e senza dignità della socialdemocrazia tedesca del primo dopoguerra.

A tutto questo fa da corollario uno scritto, che definire introduzione pare un eufemismo, di Corrado Basile e si chiude con un interessante scambio epistolare dell̓epoca a mezzo stampa tra Radek e Frölich da una parte e Arthur Moeller van den Bruck e il conte Ernst Reventlow dall̓altra.

Uno scambio di opinioni, a partire dalla morte del giovane controrivoluzionario Schlageter, e di accusa tra il comunismo e il nazionalismo tedesco nella ricerca di un̓ipotetica collaborazione contro il capitalismo che mostra probabilmente l̓ingenuità di una parte di fronte al realismo dell̓altra.

Un testo edito dalla Graphos, ricco di note, che ha il merito indiscusso di far conoscere aspetti

della Germania, ma più in generale dell̓Europa centro orientale, degli anni venti del Ventesimo secolo che si riveleranno decisivi per incamminare l̓umanità verso una nuova guerra mondiale.

Un testo che ricorda come i veri responsabili della Grande guerra e del futuro avvento nazionalsocialista nell̓ormai ex Reich guglielmino non siano mai stati puniti e abbiano invece trovato sostegno e fonte di crescita per le loro ricchezze sui cadaveri e sugli spiriti di milioni di esseri umani. (marco conti)

P. Prodi, Il tramonto della rivoluzione, Il Mulino 2015, pp. 119 €     11,00 Come Prodi ci ricorda, la storia dell’Occidente e dell’Europa è incessantemente animata, a  partire dal Medioevo dalla capacità di immaginare e progettare un mondo diverso da quello presente.  Ma oggi «la parola “rivoluzione” – egli osserva – è entrata tanto in disuso da diventare quasi soltanto oggetto d’antiquariato o di vignetta satirica».

D’altra parte, la parola “rivoluzione” non è diventata desueta solo da noi. Anche nella Repubblica Popolare Cinese è oggi accuratamente evitata dalla retorica dominante (se ne è discusso, ad esempio, in un dossier di «Inchiesta», n. 181, luglio/settembre 2013). 

A cura di R. Sassi, Mao Tse-tung, Ribellarsi è giusto!, Gwynplaine 2013, pp. 134 €     12,00

Il libro riporta una piccola antologia degli scritti di Mao che non ha la pretesa di esprimere una summa che contenga tutta la ricchezza del pensiero di Mao ma è solo uno stimolo allo studio dell̓esperienza rivoluzionaria cinese.

Il libretto rosso di Mao, Il Grande Timoniere istruisce le Guardie Rosse e spiega al popolo la via cinese al socialismo reale, RedStarPress 2014, pp. 162 €     12,00 Dal 1966, anno della sua prima pubblicazione, fino ai giorni nostri, Il libretto rosso di Mao ha superato il miliardo di copie stampate e diffuse in tutto il pianeta. Raccoglie e condensa i tratti più incisivi del pensiero del Grande Timoniere in una serie di citazioni memorabili – da “la rivoluzione non è un pranzo di gala” a “tutti i reazionari sono tigri di carta” – spiegando in modo semplice le ragioni della grande popolarità di Mao al di là della straordinaria epopea che portò alla nascita della Cina comunista.

La fine del P.C.d’It, Il congresso di Lione 1926, Edizioni L’Internazionale 2015, pp. 471 €     20,00 

Questo quinto volume della storia documentaria del comunismo in Italia è dedicato in gran parte al III Congresso del P.C.d’lt. e completato dai lavori del sesto Esecutivo allargato del Comintern. Ricordiamo che il primo si è occupato della formazione del P.C.d’lt. (1919-21); il secondo della lotta del P.C.d’It. nei suoi primi anni di vita (1921-22); il terzo della decapitazione del P.C.d’lt. operata dal Comintern attraverso la sostituzione della direzione di sinistra con una direzione centrista (1923-24); il quarto della eliminazione politica della sinistra e dello snaturamento del P.C.d’lt. (1925).

P. Togliatti, Scritti scelti (1944-1964), Prefazioni di L. Vinci e S. Valentini, Punto rosso e Centro culturale Concetto Marchesi 2014, pp. 362
    22,00

Vengono riproposti alcuni scritti significativi: da quello sui ceti medi del 1946, a quello contro il governo Tambroni e la rinascita del fascismo del 1960 a quello sul  capitalismo e le riforme di struttura del 1964. 

D. Del Prete, Il processo di via Barberia, La requisitoria stalinista che annunciò la fine del Pci, Pendragon 2016, pp. 206 €     15,00

Con la fine del Pci ritornano, a cura di tanti giornalisti attenti, le analisi di fatti non proprio eclatanti all’interno del Pci. Questa volta è la storia del processo all’interno del Pci bolognese per Mario Soldati, segretario della federazione di Rimini e poi segretario del comitato cittadino del Pci di Bologna. Espulso perché frazionista, Soldati fu estromesso da ogni incarico. Carriera politica finita. Sottoposto perfino al divieto, sorprendente in un partito che ha scritto la Costituzione, di “rendere ovunque, a voce o per iscritto, e in qualunque sede, anche diversa da quella del partito, sia pubblica che privata, dichiarazioni politiche”; un bavaglio antidemocratico, una pietra tombale sulla libertà di opinione. 

Ed era il secondo caso; il primo fu quello di Magnani  e Cucchi, medaglia d’oro della Resistenza, definiti da Togliatti “i due pidocchi sulla criniera del cavallo di razza”, perché avevano avuto il coraggio di criticare l’Urss per la crisi scoppiata con il maresciallo Tito.

A cura di C. Carotti, Alla ricerca di un socialismo possibile, Per ricordare Stefano Merli, Lampi di stampa 2014, pp. 175 €     11,00 

In occasione del decennale della morte di Stefano Merli, il volume miscellaneo a lui dedicato comprende due ricordi personali che aprono e chiudono la raccolta, mentre alcuni saggi ripercorrono, da un lato, il suo itinerario di storico del movimento operaio e, dall̓altro, tratteggiano alcune fasi del suo percorso politico.

Intreventi di: F. Della Peruta, M.G. Meriggi, D. Bidussa, M. Mingardo, F. Billi, A. Mangano, P. Graglia, C. Carotti, G. Contini, L. Dotti. Conclude il volume la bibliografia degli scritti su e di Stefano Merli.

S. Saggiaro, In attesa della Grande Crisi, Storia del Partito Comunista Internazionale, «Il programma comunista» (dal 1952-1982), Colibrì 2014, pp. 527 €     24,00 Questo nuovo libro di Sandro Saggioro è in continuità con quello che nel 2010 ha dedicato al Partito comunista internazionalista degli anni 1942-1952, Né con Truman né con Stalin, Edizioni Colibrì. Il partito di cui si traccia la storia è il solo che abbia contato nei suoi ranghi Amadeo Bordiga dopo l’estromissione dal Partito comunista italiano (già d’Italia) inflittagli nel 1930 da un gruppo dirigente ormai acquisito allo stalinismo e perduto per la rivoluzione.

C. Basile e A. Leni, Amadeo Bordiga politico, Dalle lotte proletarie del primo dopoguerra alla fine degli anni Sessanta, Colibrì 2014, pp. 780                                   32,00 

I due autori di questo dettagliato studio dell’attività politica di Amadeo Bordiga (1889-1970),  particolarmente significativa nella storia d’Italia e del movimento operaio in genere dal 1914 al 1922 scrivono che egli ha rappresentato la parte migliore dell’intransigentismo della Seconda Internazionale e del Partito Socialista Italiano (Psi), e che il suo è stato un milieu che avrebbe potuto dare, a condizione di un’effettiva ripresa e di un rinnovamento del marxismo, «i fuochi dell’Iskra», secondo una felice espressione di Danilo Montaldi. L’originalità del lavoro di Basile e Leni, che è anche una rassegna di tutto rispetto della bibliografia esistente e delle fonti, consiste nell’aver seguito il filo dei problemi che si posero via via, dapprima alle forze rivoluzionarie del vecchio movimento socialista fallito nel 1914, poi al Komintern e al PCd’I, e infine ai nuclei che non accettarono la cappa oscurantista dello stalinismo.

A. Gramsci, La questione meridionale, Nuova antologia a cura e con introduzione di Nando dalla Chiesa, Melampo 2014, pp. 229 €     15,00 

Rileggere Gramsci per capire la nuova Questione meridionale. Non più la separatezza di nord e sud, funzionale ai meccanismi dell̓accumulazione capitalistica. Ma una diversità territoriale che resiste ai movimenti civili e alle nuove generazioni. E che si allarga fino a farsi Paese intero, con la famosa “linea della palma” che sale sempre più a nord. Un nord per tanti aspetti “compatibile” con i costumi mafiosi, ospitale per la corruzione e per il familismo amorale. E imbevuto di retorica negazionista. Una nuova antologia, curata e introdotta con passione da un autore che indica negli scritti gramsciani, specie quelli sul Risorgimento e sugli intellettuali, la chiave per spiegare l̓Italia di oggi. 

L. Basile, Scienza politica e forme dell’ege-monia, Intorno al programma della classe dirigente in Mosca, Michels e Gramsci, Il prato 2016, pp. 204 €     15,00 

I tre saggi raccolti nel volume puntano ad offrire una lettura in chiave gramsciana della teoria delle élites posta alla base della fondazione della scienza politica. 

A. Lenzi, Gli opposti estremismi, Organizzazione e linea politica in Lotta continua e ne il Manifesto-Pdup (1969-1976), Città del sole 2016, pp. 350 €     20,00 In questo libro l’Autore tenta di tracciare un percorso della sinistra rivoluzionaria in Italia prendendo in esame due delle principali organizzazioni extraparlamentari degli anni settanta: Lotta continua e Il Manifesto-Pdup. che svolgeva un ruolo importante per una vasta area sociale che non si riconosceva più nei partiti storici, né nelle organizzazioni sindacali
 

C. Preve e L. Tedeschi, Dialoghi sull’Europa e sul nuovo ordine mondiale, Il prato 2015, pp. 537 €     30,00 Questo è il terzo dei libri di dialoghi tra Costanzo Preve e Luigi Tedeschi – Lineamenti per una nuova filosofia della storia. La passione dell’anticapitalismo con Il prato e Alla ricerca della speranza perduta con Settimo sigillo –  che costituiscono altrettante fasi di un percorso ideale iniziato nel 2002, teso alla interpretazione del nostro tempo, analizzato al fine di rinvenire in esso le radici storiche e filosofiche da cui è derivata l’era della globalizzazione, vissuta  come un eterno presente senza storia. Sulle ceneri delle ideologie novecentesche, in questi dialoghi viene analizzata la nuova antropologia umana scaturita dall’avvento del capitalismo globa-lista, che comporta l’assoggettamento della totalità dei rapporti umani alla “forma merce”.
Tortura

M. Lalatta Costerbosa, Il silenzio della tortura, Contro un crimine estremo, Derive Approdi 2016, pp. 129 €     15,00

L’autrice decide di scrivere questo libro per mostrare, attraverso la definizione di tortura, i motivi per cui deve essere condannata e i modi con i quali si possono aiutare coloro che l’hanno subita. Questo libro si può suddividere in sei parti. Nella prima  il sintagma “silenzio della tortura” viene ricollegato a vari nomi, come ad esempio occultamento e menzogna, con la successiva spiegazione del perchè di questo collegamento. Nella seconda è esposta la storia della tortura a partire dall’antichità. Successivamente l’autrice si sofferma sul dibattito nato riguardo all’utilità o meno di questa pratica. Nella quarta viene preso in esame il risultato della tortura sul torturato, ovvero la perdita della dignità. Nella penultima parte, dopo aver parlato del torturatore, vengono descritti i manuali e i metodi utilizzati in America e in Francia. Infine, troviamo una breve parte in cui l’autrice parla di come la tortura si inserisce nella società. 

G. Taffini, L’infame crogiolo della verità, Uno studio sulla tortura, Key 2015, pp. 110 €     13,00 La presente ricerca ha l’obiettivo di guidare il lettore attraverso il tema della tortura, analizzando il diritto prodotto nel quadro delle Nazioni Unite, il sistema del Consiglio d’Europa, ed infine studiando più approfonditamente il tema in rapporto alla situazione italiana. 

M. Khalifa, La conchiglia, I miei anni nelle prigioni siriane, Castelvecchi 2014, pp. 237 €     18,50 

Questo romanzo, dolorosamente autobiografico, racconta l̓odissea durata tredici anni nelle carceri di Hafiz al-Assad, la storia di una resistenza quotidiana alla violenza che annulla i corpi e le menti degli uomini. 

Tadmur è la prigione del deserto, dove migliaia di detenuti cercano di sopravvivere ammassati l̓uno sull̓altro. Con una scrittura limpida e poetica, Mustafa Khalifa ha trasformato in romanzo l̓inferno della sua esperienza carceraria, e il suo libro non è solo denuncia ma anche amara riflessione sull̓estensione dell̓orrore di cui si macchiano gli esseri umani.