Nota introduttiva
La Sinistra Universitaria (SU) nasce nel corso del 1967 dalla confluenza di tre differenti tipi di figure:
- studenti già politicizzati che hanno fatto precedenti esperienze nelle organizzazioni giovanili dei partiti di sinistra, o in gruppi politici di estrema sinistra (trozkisti, bordighisti, ..), o in organizzazione antimilitariste (come la Campagna per il Disarmo Nucleare), o nei movimenti anti-imperialisti (campagne contro l’aggressione Vietnam, ..), o, ancora, giovani che hanno fatte esperienze di militanza in organizzazioni di base cattoliche;
- studenti che non hanno precedenti esperienze politiche, ma che si vanno rapidamente politicizzando nell’impatto con una università anacronistica, proprietà delle grandi baronie accademiche, e stutturalmente inadeguata a far fronte alla rapida crescita della popolazione studentesca;
- borsisti e un piccolo numero di giovani docenti subalterni (assistenti e professori incaricati, soprattutto delle facoltà di Scienze e di Lettere e Filosofia) che costituiranno un ponte importante tra le prime due componenti studentesche e tutti gli aspetti della vita universitaria che vanno oltre la didattica ed i corsi – gli equilibri di potere nelle facoltà e nel senato accademico, i progetti di ampliamento delle sedi universitarie, le prospettive politico-culturali dei vari gruppi del corpo accademico. Questa terza componente, che include alcune figure di rilievo come Ennio Galzenati e Emilio Del Giudice, entrambi fisici, avrà anche un’importanza determinante negli orientamenti politici generali dell’organizzazione.
L’interazione tra rappresentanti degli studenti e organizzazioni dei docenti subalterni (assistenti e professori incaricati) è precedente alla nascita della SU; prende le mosse già dal 1964. L’università di Napoli sta provando ad ampliare le sue strutture, e lo fa in puro stile baronale e speculativo – la costruzione di un secondo policlinico, attorno al quale si muovono interessi di vario genere che nulla hanno a che fare con una migliore università. Per queste prime fasi dello scontro tra rappresentanze studentesche tradizionali e docenti subalterni da un lato e corpo accademico dall’altro si può fare riferimento al libro Alfonso Maria Liquori. Il risveglio scientifico negli anni ’60 a Napoli, di P. Greco, L.Mazzarella, G. Barone – in particolare al capitolo “Le ragioni del ’68 napoletano”. Un altro fattore critico di questi anni è il tentativo, da parte di alcuni docenti di materie scientifiche di elevata qualificazione professionale, di costruire a Napoli un’area di ricerca ad alto livello. In questo caso le critiche che vengono mosse dagli oppositori riguardano le ricadute di questo progetto sull’università; in particolare viene sottolineato il pericolo dell’esportazione della ricerca fuori del circuito accademico. La nuova aerea di ricerca, invece di produrre ricadute positive sulla vita universitaria e sulla qualità dell’insegnamento, ne impoverirebbe in realtà il livello. ‘Unità tra didattica e ricerca’ sarà in questi anni una delle parole d’ordine più popolari del movimento studentesco napoletano e della SU. Polemica quindi contro le vecchie baronie familistiche, ma anche polemica contro i cosiddetti innovatori che perseguono un progetto elitario di ammodernamento, e che, a questo scopo, sono pronti a mediare, ogni volta che occorre, con i gruppi conservatori. La SU manterrà con molta determinazione, attraverso tutto l’arco delle sue esperienze, questa doppia linea di contestazione nei confronti del vecchio e delle posizioni modernizzatrici di gruppi della sinistra che sono funzionali ai nuovi interessi capitalistici – in particolare un’opposizone netta a tutte le forme di cogestione. Di qui le polemiche contro i tre livelli di laurea del piano Gui, ecc.. Sulla scia di numerose assemblee (dicembre 1966) e lunghe occupazioni (15 giorni a febbraio 1967 e, di nuovo, ad aprile) si forma all’interno dell’UGI un gruppo di studenti e giovani laureati che rifiutano le scelte della direzione di questa organizzazione. L’UGI è espressione dei partiti politici della sinistra; le sue scelte politiche subordinano le lotte universitarie alle esigenze e agli andamenti delle vicende parlamentari e alle logiche nazionali dei partiti. In occasione del congresso napoletano dell’UGI, tenuto a maggio 1967, il gruppo dissidente presenta una mozione che non riuscirà a far approvare – la direzione dell’UGI ha organizzato pullman che portano facce sconosciute da varie cittadine della provincia napoletana. La votazione termina con 113 voti per le burocrazie di partito e 87 voti per l’opposizione. Nello scontro di maggio il gruppo dissidente perde, ma si costituisce come corrente autonoma all’interno dell’UGI ed inizia una intensa attività di propaganda. Di fatto agisce come gruppo autonomo – formalizza questa scelta a fine 1967. Nei mesi autunnali del 1967, i gruppi filo-cinesi, trozkisti e sindacalizzatori, inizialmente presenti nel fronte di opposizione alla direzione dell’UGI, dopo una serie di polemiche interne, si allontano dalla SU, che sta assumendo posizioni dichiaratamente leniniste. Forte politicizzazione da un lato e battaglie universitarie contro lo strapotere e la corruzione baronale dall’altro si mantengono, almeno agli inizi, in relativo equilibrio: sono rifiutate sia le posizioni di puro sindacalismo universitario sia l’iperpoliticizzazione che rifiuta le lotte specificamente universitarie e rimanda tutto ai grandi scontri internazionali, ai quali le lotte nei singoli settori della società devono essere subordinate. La SU diventa rapidamente l’organizzazione egemone alla ‘centrale’ (la sede delle facoltà umanistiche e di alcuni istituti scientifici) e nelle facoltà scientifiche. Nasce una Sinistra Universitaria in un’altra università napoletana – l’Istituto Universitario Orientale. L’elenco dei militanti presenti ad una assemblea interna della SU, contenuto nell’archivio cartaceo, registra 82 membri. La SU stabilisce contatti con altri gruppi nazionali. Alcuni suoi militanti si trasferiscono a Roma e a Milano per provare a dar vita ad organizzazioni parallele e per mantenere i contatti con alcuni gruppi di queste città. I documenti raccolti in questa sezione coprono un arco temporale che va dal 1967 alla fine del 1971. Includono ciclostilati, a firma della SU, destinati alla diffusione, mozioni e documenti approvati dalle assemble di facoltà o in assemblee generali (presentati da militanti della SU), documenti interni dell’organizzazione, relazioni di gruppi di studio, testi relativi ad iniziative promosse fuori dell’università. Nell’arco degli anni di vita della SU, un evento che costituisce un punto di svolta è l’incendio della sede del movimento studentesco. Mazzieri fascisti, organizzati dal deputato del MSI Caradonna, a fine gennaio 1969 incendiano un gruppo di aule che a Lettere e Filosofia sono diventate sede del movimento studentesco (una replica dell’attacco condotto dagli stessi personaggi a Roma l’anno precedente). Inizia un lungo periodo di scontri fisici con i fascisti nell’università e davanti alle scuole medie superiori. Una notevole parte delle energie della SU viene assorbita dall’organizzazione dei servizi d’ordine. Il critico anno 1969 si conclude con le bombe di Piazza Fontana. L’incendio della sede, gli scontri quotidiani con le ronde fasciste, le bombe che, fanno saltare in aria donne, uomini e movimenti di protesta, alzano, come si suol dire, il livello dello scontro. In realtà l’abbassano. Lo sforzo necessario a respingere la violenza fascista rischia di spingere il movimento in un angolo, di ridurre la sua azione ad una pura lotta antifascista. Nascono tensioni interne alla SU mentre il movimento si spegne. Nel 1972 l’organizzazione è praticamente dissolta, anche se proseguono varie altre iniziative nate intorno alla SU (come la fondazione della casa editrice Thelema). Gli ultimi documenti della sezione SU sono studi di economia. Un gruppetto consistente di membri della SU si è trasferito a Modena, dove insegna Michele Salvati, per studiare economia. Altri membri della SU, che si sono trasferiti a Roma e in città del nord per stabilire una rete nazionale di rapporti, continuano i loro studi e trovano poi lavoro in queste città. Una parte consistente degli appartenenti alla SU, conclusi gli studi universitari, entra nell’università e negli istituti di ricerca. Questi percorsi non sono sempre lineari: un certo numero, conclusi gli studi nelle facoltà scientifiche, ‘prosegue’ in direzioni del tutto differenti, nel mondo umanistico. Altri trovano impiego nella pubblica amministrazione o diventano giornalisti. Tra i più giovani, e tra i membri della Sinistra Studenti Medi, la varietà dei percorsi è molto più forte. Accanto a quelli che proseguono all’interno delle istituzioni accademiche c’è chi prende la strada degli stati di coscienza alterati, chi avvia piccole o minime attività di imprenditore, un ristretto gruppetto entra nei NAP (Nuclei Armati Proletari), altri sono tra i fondatori dell’esperienza di Macondo a Milano, alcuni finiscono in gruppi di destra, … .