Sommario del n. 7, maggio 2021
La comune. Letture, interpretazioni, continuità, pp. 72, euro 7,00
Editoriale: Antonio Benci, Liberté, Egalité, Solidarité
Focus: Franco Toscani, Karl Marx e il significato storico-politico della ‘Commune de Paris’
Voci: Marco Scavino, Il palinsesto della rivoluzione. Echi della Comune nel socialismo italiano; Cesare Pianciola (a cura di), Libri recenti sulla Comune
Archivio: Lelio Basso, La Comune di Parigi; Sergio Dalmasso, Una nota su Basso e la Comune
Narrazioni: Antonio Schina, Great Mutiny – La rivolta dei sepoys
“Se le rivoluzioni sono per Marx «le locomotive della storia», quella della Comune parigina del 1871 fu per lui la locomotiva più trainante e fondamentale, una vera e propria stella polare del suo pensiero e della sua attività politica come dirigente della Prima internazionale dei lavoratori, la cui fondazione risale al 1864. In vari scritti e occasioni Marx non cessa di lodare la duttilità, l’iniziativa storica, la capacità di sacrificio, la novità e la grandezza dell’azione storica della Comune, per quanto destinata a essere sopraffatta.”
In queste parole di Franco Toscani nel saggio di apertura della rivista dedicata alla visione marxiana della Commune è felicemente sintetizzato uno degli aspetti più rilevanti dell’esperienza storica comunarda: il suo essere un laboratorio politico progenitore di idee e realizzazioni successive. Da ciò deriva il fatto che a dispetto del suo tragitto storico di appena due mesi, oggi – a 150 anni di distanza – se ne parla ancora.
Un mondo nuovo sembra quello della Comune del 1871, tanto da fare apparire come “invecchiati” Mazzini e Garibaldi come rileva Andrea Costa in uno scritto ripreso da Marco Scavino in un altro saggio della rivista dedicato alla ricezione dell’esperienza comunarda nel mondo socialista italiano. Uno dei tanti “guardare alla Francia” di cui è stata costellata la storia della sinistra italiana. In questo senso la Comune continua, per un certo verso, a esercitare un richiamo nell’immaginario collettivo molto rilevante. Il primo “assalto al cielo” che non era per dirla con le parole di Lelio Basso una sconfitta, anzi! Secondo lui “il socialismo moderno nasceva da quella dolorosa esperienza, dai suoi errori come dai suoi successi”. Questo a conferma di quanto sia importante ancora studiare la Comune, inquadrarla nel corretto quadro storico, studiarne azioni e conseguenze e affrontarne l’eredità. In questo numero della rivista si prova a definire queste e altre questioni su quell’esperienza straordinaria che non cessa di far riflettere.