Introduzione a “Movimento Studentesco Universitario” (MSU)
Nella visione piramidale della Sinistra Universitaria gioca un ruolo importante la creazione di una piattaforma che sia capace di assicurare una mobilitazione di massa della popolazione studentesca e che, al tempo stesso, mantenga tutte le caratteristiche fondamentali della SU stessa - l’autonomia del mondo studentesco e la lotta ad ogni forma di cogestione tra chi ha il potere e chi è subordinato ad esso, la scelta a favore dell’inquadramento delle questioni universitarie in una cornice politica generale, l’attività di studio sulla società contemporanea e su temi politici generali, anche a carattere teorico, il ruolo di orientamento offerto dal leninismo. Un tale movimento studentesco deve, inoltre, svolgere un ruolo di cerniera nel collegamento orizzontale tra le opposizioni che si sviluppano nei vari settori della società – quella del mondo della scuola, quella del mondo operaio, dei disoccupati, dei baraccati, e perfino dei contadini.
Nell’autunno del 1968, la SU si fa quindi promotrice di forme di istituzionalizzazione del movimento studentesco. Nel dicembre viene occupata l’Aula De Sanctis della Centrale come sede del movimento. Sono mesi nei quali è in atto una violenta reazione dei fascisti, che si spingono fino a incendiare, a fine gennaio 1969, la sede dell’MSU. Vengono in seguito occupate sedi provvisorie (sgomberate dalla polizia su richiesta delle autorità accademiche) finché il movimento trova una sistemazione in un’aula della Facoltà di Lettere.
L'MSU si organizza in varie commissioni di lavoro. Il “Comitato del Movimento Studentesco sulla condizione dello studente” dà vita a varie iniziative, tra cui la compilazione di una Guida dello studente a cura del gruppo di studio della facoltà di Lettere e Filosofia e di un questionario sul valore e sulle implicazioni della liberalizzazione dei piani di studio (questionario a cui rispondono 820 studenti). Questo comitato si oppone anche ai vari progetti di riforma universitaria che si susseguono (Gui, Sullo, Misasi) e denuncia realtà malavitose locali quali la gestione della mensa universitaria. Nel corso del 1969/1970 acquistano particolare rilievo il “Comitato antiimperialista”, che dà vita ad un’intensa attività di propaganda contro l’imperialismo americano, e il “Comitato di collegamento con le fabbriche del Movimento Studentesco”. La ripresa del bradisismo di Pozzuoli nel marzo 1970 e le espulsioni forzate della popolazione di alcuni quartieri si associano ad una presenza più stabile dell’MSU nella zona industriale occidentale dell’area napoletana. La consapevolezza della centralità della questione operaia porta alla nascita dell'organizzazione ‘Rivoluzione operaia’ (vedi la sezione pertinente).
La tematica del leninismo rimane al centro dell’azione politica dell'MSU. Nel 1970, per tutto il mese di aprile, l’MSU tiene decine di comizi volanti nei quartieri popolari di Napoli in preparazione del corteo organizzato per il 22 aprile, giornata del centenario della nascita di Lenin. Nella primavera/estate del 1970 si svolge all’università centrale un controcorso, organizzato in sette incontri (se ne terranno cinque), sulla rivoluzione bolscevica. Lo studio copre i cinquanta anni dal 1870 alla fine della prima guerra mondiale. E sempre nel 1970 è avviata la pubblicazione del Giornale del movimento studentesco, ed è organizzato un incontro con esponenti del Black Panther Party.
Per una parziale descrizione della storia dell' MSU vedi il documento MSU41.